AS ROMA NEWS EMPOLI DYBALA – Nel giorno in cui i tifosi della Fiorentina sono amareggiati per la cessione di Nico Gonzalez alla Juventus e quelli del Torino per Bellanova all’Atalanta, i romanisti arrivano all’Olimpico al settimo cielo per la scelta di Paulo Dybala di dire no all’Arabia, scrive il Corriere dello Sport.
«Ovvio che quella cifra mi abbia fatto pensare – racconta l’argentino dopo il ko con l’Empoli – però ho messo sul tavolo altre cose. Mia moglie, la Roma, la città, la voglia di tornare in nazionale. Ho 30 anni, posso dare ancora tanto. Se ora sento più pressione? No, cerco di dare il massimo in partita e in allenamento, come ho sempre fatto. Ovvio che lo faccio anche per i tifosi giallorossi, ho scelto di restare anche per questo».
Ci sono tantissime sue maglie allo stadio e nelle vie adiacenti e colpisce come l’argentino unisca davvero tutti: grandi e piccoli, gente che va nei settori popolari e in ospitalità, maschi e femmine. Le magliette con il numero 21, vecchie e nuove, sono davvero decine e quando, poco dopo le 20, Dybala entra in campo per il riscaldamento c’è la prima ovazione.
Lui corre, sorride, si emoziona, ringrazia. Per il boato vero e proprio, però, serve che l’Olimpico si riempia del tutto e questo succede al momento della lettura delle formazioni: quando lo speaker chiede di chiamare Dybala, per cognome, viene letteralmente giù lo stadio. Paulo ringrazia ancora, applaude di nuovo, ci sono la moglie e la mamma in tribuna e lui fa di tutto per incidere.
Parte lento, si vede che la condizione non è brillantissima, il caldo e forse lo stress delle ultime settimane si fanno sentire. Ma è l’uomo più pericoloso della Roma sempre, nel primo e nel secondo tempo (Shomurodov a parte): un cross al bacio che Pellegrini di testa non sfrutta, un paio di tiri a lato, un fallo subìto che gli lascia un bel segno sul fianco, le indicazioni a Soulé e Dovbyk, le corse in mezzo al campo, più centrale che esterno, per prendersi il pallone e provare a dare la scossa.
E poi il palo nel recupero che poteva cambiare tutto: non avrebbe dato i tre punti ma avrebbe reso meno amara la prima notte all’Olimpico dell’anno. L’Empoli un po’ lo stende e un po’ lo guarda ammirato (Maleh gli chiede la maglia a fine primo tempo) ma la serata è complicata per lui come per la Roma. Lo scorso anno alla sua seconda partita di campionato, in casa sempre contro l’Empoli, aveva segnato una doppietta: era un’altra Roma e pure un’altra vita. Per lui e per la società tutta.
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