Kostas Manolas

(Gazzetta dello Sport – C. Zucchelli) Sono passati poco più di dieci mesi dal giorno in cui Kostas Manolas ha scelto, col cuore, di restare a Roma. La decisione l’ha presa la sera dell’addio di Totti che, raccontano, lo ha colpito come neppure lui credeva fosse possibile. Vedere quel legame così intenso tra un giocatore e una città ha scosso l’animo del centrale greco, uno che di ruvido ha forse solo qualche intervento in campo. Manolas è un duro dal cuore tenero, che magari si sposa all’aperto senza togliersi gli occhiali da sole, che polemizza un giorno sì e l’altro pure, ma che non ha paura a commuoversi con le due figlie, entrambe romane, o con i compagni di squadra. Aveva gli occhi lucidi all’addio di Totti, li aveva quando ha saputo del secondo infortunio di Florenzi, ha pianto alla notizia della morte di Astori, scegliendo di non andare al suo funerale «perché, come per mio nonno, volevo ricordarlo vivo e sorridente», e ha pianto pure ieri sera, in panchina, da solo, al fischio finale.

GRAN RIFIUTO – Senza maglietta, nudo nel fisico e nei pensieri, che sicuramente sono volati a luglio, ha quando ha deciso di dire no ai soldi dello Zenit. Non ha seguito testa e conto corrente, ha scelto il cuore e l’istinto, nonostante un contratto, all’epoca, ancora da rinnovare. La società rimase spiazzata, al suo posto fu cedutoRüdiger. E Manolas è diventato ancora di più un punto fermo. È il centrale più longevo dell’era americana, si è preso sulle spalle la difesa della Roma, e, come quattro anni fa, ha eguagliato il suo record di marcature in Champions: 2. Ieri a Trigoria scherzava, e faceva pure pesare un po’ che era stato lui, un difensore, a spedire la Roma in semifinale. Dicono che con Nainggolan e Florenzi si contenda lo specchio di «pentola» dello spogliatoio (leggi alla voce giocatore che non sta mai zitto), ma dicono pure che abbia un cuore grande e stia imparando a gestire la paura di farsi male. «Adesso dovremo parlare per una settimana del gol di Manolas», ha scritto ieri su Instagram Salah a Nainggolan. Il belga ha risposto: «Meglio parlarne, stavolta se l’è meritato», aggiungendo qualche faccina qua e là. Le stesse faccine che Salah ha inviato al greco, con gli occhi a forma di cuore. Se si rivedranno in semifinale si saprà domani, ma Manolas, in ogni caso, è pronto. Ha scelto di esserlo il 28 maggio.



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