Rassegna stampa
Mancini: “La Roma sarà la sorpresa. Zaniolo come Pogba, Riccardi numero 10”
NOTIZIE AS ROMA MANCINI – Roberto Mancini, Ct della Nazionale italiana, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport parlando anche del campionato e della Roma.
Mancini, che campionato è stato finora? Di Cristiano Ronaldo e…
Sicuramente di Cristiano Ronaldo: ha migliorato la Juve, dopo qualche difficoltà, e non era semplice. E poi di Barella.
Cosa le piace di Barella?
Lo dicevo a Tardelli a
Coverciano: “Ti assomiglia”. Ha qualità tecnica, tiro, non perde la palla, la
prende di testa nonostante non sia alto, non molla mai, si inserisce, ma deve
segnare qualche gol in più. Per essere un giovane con poche partite in A, ha una
padronanza del ruolo molto importante. Un modello per quei giovani che hanno
tutto tranne quel qualcosina in più da trovare dentro per il salto di qualità».
Lo vuole mezza Europa e così rischia di avere tutta la mediana
titolare all’estero: Verratti-Jorginho-Barella. Bene o
male?
Jorginho e Marco hanno qualità ed esperienza tali da giocare
sempre nelle loro squadre. Barella è giovane, ha prospettive di miglioramento
enormi: deve essere sicuro di andare a giocare. Se va in un grande club e gioca
sempre – come credo succederebbe, perché ha tutto – può migliorare molto di più.
Ma non deve andar via per giocare una volta sì e una no».
Se Barella è come Tardelli, chi le ricorda il “suo”
Zaniolo?
Oggi fa il trequartista, ma per potenza atletica lo vedo
anche a tutto campo, alla Pogba.
Cinquant’anni dal Pallone d’Oro di Rivera: dove sono finiti i numeri
dieci?
Ne abbiamo avuti troppi, purtroppo, dal ‘70 in poi: uno ogni
dieci anni, almeno. Ma la differenza è anche un’altra, rispetto a oggi: i
Rivera, gli Antognoni, i Baggio, i Totti, i Del Piero a vent’anni avevano alle
spalle già un sacco di partite in A. Ora giocatori così non ne abbiamo, speriamo
che tornino fuori per il prossimo Mondiale: magari Riccardi della Roma, o Vido
del Perugia, che però non ha ancora un ruolo ben definito.
Chi sorprenderà al ritorno?
La Roma. Ha giovani che
stanno facendo esperienza. Si sta riprendendo. L’Atalanta può confermarsi: ha
segnato più della Juve, anche se subisce di più. Ma se devo vincere una partita,
preferisco 5-3 che 1-0. Due a zero va benissimo…
Come ha vissuto il dolore di Gianluca Vialli?
Gli sono
sempre stato vicino, non abbiamo mai smesso di sentirci. Ma della malattia non
abbiamo parlato. Io non ne avrei avuto la forza, lui non lo ha fatto e ho
rispettato il suo silenzio. Ho saputo della malattia da un suo amico. Quando ci
sentiamo io e Luca è per cazzeggiare… Ma non è mai mancato un solo giorno nelle
mie preghiere. C’è una cosa che non gli ho mai detto: per me Luca è sempre stato
un esempio, da quando ci conosciamo, per l’impegno e la serietà con cui faceva
le cose; per le responsabilità che si prendeva. Per questo è stata ancora più
difficile da accettare la malattia. Si era ammalato un fratello. Ma è una roccia
e ancora una volta ha dimostrato la sua forza. Ci siamo visti a Londra da poco:
sta bene, controlli perfetti. E’ il più forte. E possiamo continuare a
cazzeggiare.
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