NOTIZIE AS ROMA MANCINI – Roberto Mancini, Ct della Nazionale italiana, ha rilasciato un’intervista a Il Messaggero parlando anche della Roma e di come aiuti il movimento italiano a crescere. Queste le sue dichiarazioni:
“I romanisti mi hanno sempre rispettato, io problemi non ne ho mai avuti. Ero amico di Giannini. E di Nela. Anche con Totti ho sempre avuto un ottimo rapporto”.
E pensare che anni prima che arrivasse alla Lazio, lo voleva Viola
alla Roma.
“E’ vero, mi aveva chiamato, poi non se ne fece
nulla”.
Guarda la Roma, da qualche tempo, con un occhio
particolare?.
“E’ la squadra con più italiani. Il mio ruolo di
ct della Nazionale me lo impone”.
Italiani bravi, a quanto pare. Nell’ultimo stage ne ha chiamati
addirittura cinque: Florenzi, Pellegrini, Cristante, El Shaarawy e Zaniolo. Sono
pronti per il suo calcio, tecnico e propositivo, con cui affronterà le
qualificazioni per Euro 2020 che partiranno tra meno di un
mese?
“E’ stato fatto un ottimo lavoro. Di Francesco ha avuto il
coraggio di puntare sui ragazzi, è uno che non ha paura di lanciare i giovani.
Sono con me pure altri che lui ha svezzato al Sassuolo: Sensi e Berardi. Anch’io
sono così: è bello poter dire, quello ha cominciato con me. Mi viene subito in
mente Balotelli: sono già passati undici anni da quando decisi di farlo esordire
nell’Inter. Mario era appena diciassettenne”.
Su Zaniolo, Mancini ha battuto allo sprint Di Francesco. Come si è
fatto convincere dal diciannovenne che, quando lo ha chiamatoin azzurro, non
aveva ancora debuttato con la Roma?
“Io sono ct da maggio. E che
ho fatto? Mi sono andato subito a vedere l’Euro Under 19. È lì che ho avuto la
possibilità di seguire Nicolò, prima non lo conoscevo affatto. E in quel torneo
ne ho visti anche altri, a cominciare da Tonali che mi è sembrato giocatore di
prospettiva. Essere titolare, anche in B, lo può portare a fare subito il grande
salto. Cioè a entrare, o magari pure a giocare, in una big del nostro
campionato. Piano piano in Nazionale sono saliti pure quei ragazzi dell’Under 19
in Nazionale. Bravo pure Kean, di quel gruppo”.
Quanto è cresciuto Zaniolo in questi mesi?
“Anche
troppo, almeno mediaticamente. In questa città ci vuole poco a passare
dall’esaltazione alla bocciatura, quando invece con i giovani bisogna avere
pazienza, perché gli alti e bassi sono normali”.
Definendolo Pogba pensa di avergli fatto un
favore?.
“Io mi riferivo solo al ruolo e al suo percorso. Pogba
arrivò alla Juve molto giovane, all’inizio non giocava. Guardava. E imparava.
Proprio quello che è successo, in partenza, a Nicolò. Che, come Pogba, fa gol. E
che, come Pogba, usa la sua fisicità e che, come Pogba, si trova a suo agio
soprattutto da mezzala. Per me Zaniolo è una mezzala. In quella posizione mi è
piaciuto all’Europeo”.
Con Di Francesco ha fatto pure, il trequartista, il falso nove e
l’esterno alto.
“A diciannove anni, pur di giocare, accetti
qualsiasi ruolo. Intanto aumenti il minutaggio e in un grande club”.
Zaniolo al posto di Verratti o di Barella?
“Oggi ho
Jorginho e Verratti come riferimenti per il centrocampo. A loro poi posso
aggiungere Zaniolo o Barella. Per ora. E comunque ho anche gli altri: Cristante,
Pellegrini, Gagliardini e soprattutto Sensi che mi ha impressionato per come si
è inserito nel gruppo e per la personalità che ha mostrato al debutto”.
De Rossi ha ancora chance di tornare in
Nazionale?
“E’ un capitolo chiuso. Gli ho parlato subito e lui è
stato chiaro e sincero. Mi disse che, se ne avessi avuto bisogno, sarebbe venuto
a darmi una mano”.
Fece prima, da allenatore del City, a convincerlo ad accettare il
trasferimento a Manchester?
“Infatti non l’ho mica
convinto”.
C’era riuscito però.
“Ci siamo visti a Roma, tutta
una notte a parlare, era tutto fatto, ma è saltata all’ultimo. Mi ha chiamato e
mi ha detto non je la faccio. Ci rimasi male, mi arrabbiai. E’ passato tanto
tempo, Daniele era nel pieno della carriera, si sarebbe divertito. Lo ritenevo
fondamentale”.
Tornando alla sua Nazionale. Di Francesco, nella formazione di
partenza contro il Porto, ha schierato sette italiani. Un bel
risultato.
“Sì, soprattutto se consideriamo che una presenza in
Europa ha più peso. I ragazzi crescono prima. E io ne sono felice. Non c’è di
meglio, per fare esperienza, della Champions. Ecco perché la Roma, in questo
senso, può incidere sulla competitività della Nazionale”.
El Shaarawy?
“Un altro giocatore che mi piace. Che ha
grandi qualità, lo seguo da quando era alla Primavera del Genoa. Ma pure lui,
deve tirare fuori tutto quello che ha dentro”.
La corsa Champions, si aspettava di più da Roma e
Lazio?
“La Lazio ha fatto quello che doveva, la Roma ha lasciato
punti per strada, almeno otto”.
Li ha buttati per i troppi giovani impiegati?
“Ne ha
persi di più quando giocavano i vecchi”.
Le milanesi sono in vantaggio per la corsa alla
Champions?
“Per ora sì, ma la Roma e la Lazio non sono fuori. Il
campionato è ancora lungo, mancano 13 partite: i due posti se li giocano almeno
cinque squadre”.
Di Francesco come allenatore se lo aspettava?
“Ha
fatto bene ovunque, specie con il Sassuolo. Lavora bene con i giovani, ha
coraggio. Poi per giudicare bene bisogna vederli allenare”.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA