AS ROMA NEWS MANCINI – È un tipo un po’ controverso: o lo ami o lo detesti. Partiamo dal presupposto che Mou lo ama e questo fa di lui un titolarissimo, nonché leader della Roma, o uno dei. Gianluca Mancini piace perché è un combattente, un arrogante, uno che trova il modo di andare oltre le qualità tecniche mostrando i denti. E non piace per gli stessi identici motivi, scrive Il Messaggero.
Questo fa di lui, agli occhi del tecnico e non solo, uno vero. Per gli avversari è un provocatore, non è piaciuto, ad esempio, il bullismo adoperato nei confronti di Felix nel Roma-Cremonese di Coppa Italia e a tanti non è nemmeno sfuggita la caduta a scoppio ritardato dopo il colpo di Kean l’altra sera nel finale della sfida contro la Juve.
Questa è la cronaca, che spesso va in parallelo coi sentimenti; e Mancini, da tanti suoi tifosi, è apprezzato anche per questi suoi difetti. È la trasposizione di il Mourinho in campo. È quello che ha assorbito di più le sue idee, è l’innamorato della prima ora. Lui non esce mai, in campionato le ha giocate tutte, venticinque su venticinque, non sempre per intero. Ad esempio nell’andata con la Juve, Mou lo ha sacrificato nel secondo tempo per passare alla difesa a quattro, mentre l’altra sera è diventato l’eroe della partita con quella bomba da tre. In Europa League è stato sempre presente tranne che con il Ludogorets (squalificato), mentre in Coppa Italia ha giocato novanta minuti col Genoa e quarantacinque con la Cremonese.
Uno dice: la sua fortuna è stata Mourinho, ma va detto che Gianluca è stato determinante anche con Fonseca. Si è ritagliato dai primi giorni romani un ruolo da protagonista, nel bene e nel male. E l’ex allenatore della Roma gli aveva ritagliato un ruolo da centrocampista, quando la squadra era in piena emergenza e aveva perso Cristante e Diawara. Cinque partite ben giocate sempre al fianco di Veretout nel 4-2-3-1 fonsechiano, facendo pensare a tanti che quella fosse la sua nuova vita, invece Mancini poi è tornato al fianco di Smalling al centro della difesa, perché lui si sente difensore e non un organizzatore di gioco.
Gianluca è il chiacchierone del gruppo, nello spogliatoio è tra i più ascoltati, anche e soprattutto dai ragazzi che fanno il salto dalla Primavera alla prima squadra. I giovani lo seguono, ascoltano i suoi consigli e magari ci scappa una colazione pagata. Trigoria è diventata la sua casa, Roma la sua città adottiva, nella quale si è calato anima e cuore con tutto il suo spirito toscano, è di Pontedera. Spinazzola, Cristante e Pellegrini oltre ad essere suoi compagni di Nazionale (nella quale deve ancora trovare continuità) sono pure i suoi amici romanisti.
Come Cristante ha rinnovato il contratto e anche qui in tanti si sono chiesti perché. Il perché è nei fatti: 164 presenze, otto reti e sette assist con la maglia della Roma. E quest’anno ha anche limato quell’irruenza che spesso lo ha portato a prendere ammonizioni in serie e quindi squalifiche. In stagione, in campionato, non è mai stato fermato, mentre nella passata stagione dopo 25 partite aveva rimediato tre turni di stop. Ad aprile compirà 27 anni, si può dire che ormai ha superato la fase dell’adolescenza calcistica. È tempo di maturità.
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