La storia di Kostas Manolas si è complicata maledettamente nelle ultime ore e adesso ha un sapore amaro, assomiglia a molte altre di questa estate turbolenta, non solo nel calcio. Diawara che non si presenta al ritiro del Bologna e invia il certificato medico. Keita che diserta il ritiro della Lazio, salvo poi tornare sui suoi passi. E Bruno Peres che crea qualche grattacapo di questo genere al Torino. È curioso che la Roma, tutelata da un contratto che scade nel 2019 – non tra un anno – sia costretta a promettere a Manolas un sostanzioso e più lungo contratto, nonostante il greco due stagioni fa non avesse avuto la pistola alla tempia al momento della firma. Ma non basta neppure questo. Non basta che Sabatini si affretti a telefonare a Manolas nel ritiro di Pinzolo per rinnovare la promessa del rinnovo. Il greco ha i comportamenti rigidi e austeri di chi vuole rompere. Si è fermato spesso durante gli allenamenti per una lunga serie di piccoli infortuni. Una lombalgia, un pestone in una partitella, l’ultimo un fastidio agli adduttori, accusato ieri mattina e per il quale gli accertamenti clinici eseguiti in serata hanno dato esito negativo.
Manolas è attratto dalle sirene inglesi. Almeno tre dei più grandi club della Premier gli offrono un contratto molto più ricco per andare in Inghilterra, lui che è nato su un’isola e da ragazzino sognava di fare il pescatore. E allora quel contratto firmato due anni fa sembra all’improvviso non valere più nulla, non essere più un impegno con diritti e doveri sanciti dalla legge. La Roma ha il diritto di tutelarsi di fronte all’impuntatura di Manolas, cercando difese di fronte alla disarmante affermazione che non si può trattenere un calciatore controvoglia. Perché il forte difensore greco non dovrebbe sentirsi gratificato di vestire la maglia giallorossa? Di onorare una società che lo ha portato a migliorarsi e a giocare ad alti livelli? Perché dovrebbe giocare controvoglia per la Roma? Interrogativi che accompagnano i tifosi in questa estate turbolenta. Basterebbe un po’ di buon senso e il rispetto delle regole per rimettere le cose a posto.
(Corriere dello Sport – G. D’Ubaldo)
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA