Gerson

NOTIZIE AS ROMA – Il più famoso di tutti è lo Sceriffo, all’anagrafe Enzo, il papà di Totti, che si affacciava a Trigoria portando la pizza per tutti. Ma negli ultimi anni la Roma ha avuto a che fare con molti papà, alcuni ingombranti. L’ultimo della serie è Fidele, quello di N’Zonzi, con cui c’è stata una lunga contrattazione sulla commissione. Ma il francese non si offenderà, prima di lui c’è una lunga fila.

Basta pensare a Marcão, il papà di Gerson, uno che nel 2015 si presentò così: “Mio figlio farà la storia della Roma”. A ripensarci, viene da sorridere. Soprattutto per tutte le volte che si è messo di traverso. Quando Gerson doveva andare in prestito al Frosinone e lui, ritenendolo offensivo, lo riportò al Fluminense, facendogli perdere sei mesi di ambientamento. O quando era tutto fatto per la cessione al Lilla, tranne una cosa: una bella commissione, sembra, proprio per il papà.

Del resto, i sudamericani sono legati visceralmente ai padri. Basti pensare anche a Marcelo, quello di Castan, che è spesso entrato nelle questioni del figlio. O a José, il papà di Erik Lamela, che ebbe un ruolo anche nell’offerta del Napoli all’argentino, offerta che poi aprì le porte alla cessione di Erik (ma al Tottenham).

A Trigoria, però, in molti si ricordano soprattutto di Bojan Krkic senior (esatto, si chiama come il figlio), che un giorno si presentò dall’allora d.s. Sabatini con un foglietto con tutti i minutaggi che, secondo lui, avrebbe dovuto giocare il figlio. E poi Maciej Szczesny, che litigò con il figlio fino a non parlarsi più per i suoi giudizi su Wenger, appena sbarcato a Trigoria.

(Gazzetta dello Sport – A. Pugliese)



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