Riunioni semicarbonare all’Assessorato all’Urbanistica del Comune; la Regione che, per bocca del suo presidente, Nicola Zingaretti, esprime ben più che disappunto per lo sgarbo del Campidoglio; Italia Nostra che stappa lo champagne; il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che fa gli scongiuri; la Città Metropolitana che fa una mezza marcia indietro sul suo dissenso sul progetto; l’assessore Berdini che sibila frasi durissime: questa la sintesi del day after per lo Stadio della Roma. Trascorse 24 ore dallo shock seguito alla consegna del parere negativo del Campidoglio al progetto della nuova casa giallorossa, si iniziano a tracciare i primi bilanci e trapelano le prime notizie. Mentre il Comune annuncia che martedì 7 febbraio incontrerà di nuovo i proponenti, con il balletto degli incontri che va avanti da tre mesi. La sera prima della consegna del parere comunale, riunione d’urgenza all’assessorato all’Urbanistica comunale. Berdini assente, ma presenti i vertici dell’Assessorato e dell’Avvocatura. E sarebbe stata proprio l’Avvocatura comunale a spingere affinché il parere, a quanto pare solo da rifinire, fosse consegnato al più presto per ridurre a zero il rischio per i funzionari comunali di essere chiamati a rispondere del ritardo nella consegna essendo i termini erano già scaduti. Lo sconcerto per quanto avvenuto, è palese nelle parole di Zingaretti.

«Sono colpito – ha detto il Presidente della Regione – e preoccupato da quello che si può anche raccontare come uno sgarbo: chiedere la proroga di 30 giorni della Conferenza di Servizi e la mattina dopo dare parere negativo al progetto. Quando si protocollano giudizi di quel tipo, e in maniera del tutto inaspettata data la richiesta di sospensione, mi riesce difficile comprendere ciò che sta avvenendo». Intanto la Città Metropolitana (l’ex Provincia) fa una mezza marcia indietro, molto simile a quella del Campidoglio. «Abbiamo depositato un parere di dissenso, contenente tutte le prescrizioni utili a superare questo dissenso – spiega Fabio Fucci, vice sindaco della Città Metropolitana – tengo a sottolineare che al diniego abbiamo dato soluzioni per superarlo». Anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, torna sul tema: «Tifiamo perché si possa fare lo stadio della Roma così come quello della Lazio. Mi sembra di capire che ci sia ancora una partita da giocare». Da ultimo, la scudisciata di Berdini: «Non c’è nessuna variante», ha detto entrando all’ennesimo evento, salvo poi aggiungere che «l’incontro di martedì con l’As Roma sarà un’occasione per confrontarsi in un clima sereno e collaborativo». La replica dei proponenti: «Partecipiamo con fiducia all’incontro, nella convinzione di una rapida approvazione del progetto».

Ovviamente la variante non c’è: la memoria di Giunta di Berdini è stata totalmente disattesa e ignorata e il parere consegnato, al momento, rende del tutto superfluo anche solo pensare a una variante urbanistica. Dal punto di vista tecnico, la «soluzione Berdini», il ritorno alle previsioni del Piano Regolatore, rende lo stadio non solo economicamente non sostenibile ma totalmente non edificabile. Infatti, proprio le prescrizioni dell’Autorità di Bacino del Tevere contengono l’elemento che vieta la costruzione del solo Stadio. Secondo quanto si apprende, infatti, il parere dell’Autorità sarebbe favorevole al progetto proprio perché vi sono inserite tutte le opere necessarie per eliminare i problemi di tenuta idraulica del Fosso del Vallerano, intervento posto al di fuori dell’area dove sorgerà lo Stadio e che rientra fra le opere compensate con le cubature aggiuntive. Ridurre tutto il progetto al solo Stadio, eliminerebbe tutte le opere di contenimento idraulico e, quindi, incontrerebbe lo stop proprio dell’Autorità di Bacino.

(Il Tempo – F. Magliaro)



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