Borja Mayoral

ULTIME NOTIZIE AS ROMA TORINO MAYORAL – A saperli bene interpretare, si dice che nei numeri si possa leggere tutta la storia del mondo. Ecco, la gara di Torino ne regala due alla Roma su cui riflettere: il 47 e il 15. Il primo, però, alla fine pesa più del secondo, e proviamo a capire il perché, scrive La Gazzetta dello Sport.

Se 15 sono le reti segnate da Borja Mayoral in questa stagione – a cui aggiungere 7 assist – si capisce che la squadra giallorossa, con lui, non ha trovato solo un centravanti di riserva, ma probabilmente molto di più. E non è un caso che, sia pure con il prolungamento del prestito, l’attaccante spagnolo resterà anche nella prossima annata.

Ma il suo acuto, su cui torneremo fra un attimo, è stato offuscato dalla undicesima sconfitta stagionale della Roma (9 in campionato), che annacqua la sbornia di felicità data dalla Europa League. Perché? Torniamo allora al 47, ovvero le reti subite dai giallorossi in campionato, che collocano la difesa della squadra all’11° posto della Serie A.

Impossibile sognare la zona Champions con questo rendimento, anche perché l’attacco è solo il 6° della graduatoria. Ma c’è qualcosa che i numeri non spiegano. Ovvero che il mix tentato da Paulo Fonseca per preservare senatori e convalescenti in vista della doppia sfida col Manchester United è venuto fuori adulterato da motivazioni scarne e limiti evidenti.

Psicologicamente parlando, con che spirito gente come Mirante, Peres (peraltro non disprezzabili), Fazio o Pastore possono scendere in campo sapendo di avere la valigia in mano? E Pedro, abituato a essere una star, che si ritrova a essere un cambio? E Reynolds, che è costretto a fare scuola di Serie A in un contesto che non lo aiuta? E Villar che si è ritrovato panchinaro nelle partite che contano? Nel migliore dei mondi possibili tutto funziona alla perfezione e chi ha spazio prova a mettersi in vetrina, ma nella realtà le motivazioni (vedi Torino) spesso hanno la meglio.

Così facendo, anche Mayoral – la nota positiva – non ce la fa a sorridere. «Abbiamo iniziato bene la partita con il mio gol e c’erano tanti spazi per raddoppiare – spiega – ma non ce l’abbiamo fatta. Poi loro hanno segnato ed è stato difficile. È una sconfitta dura da digerire. La verità è che abbiamo giocato tante partite, è difficile così, ma non ci sono scuse. Anche prima in campionato non stava facendo bene. Anche stavolta potevamo fare molto di più, nel primo tempo le occasioni sono state veramente tante, ma non abbiamo segnato. Anche loro hanno avuto tante occasioni, ma le nostre sono state più nitide. Ora dobbiamo ricaricarci. Psicologicamente e fisicamente, dopo tante partite, è normale che possa succedere questo ma non ci sono scuse: dovevamo vincere. La cosa migliore ora è dimenticare la sconfitta e pensare all’Atalanta».

E a chi gli ricorda la rete per vederlo rasserenato, capisce che l’impresa è improba. «Sono contento di aver segnato – conclude Mayoral -. Mi trovo molto bene alla Roma, sono in un buon momento ma dopo la sconfitta non è facile essere felici».

E già da ieri sera radio e social romanisti lasciavano tracimare tutta l’amarezza di una tifoseria che sogna il tetto d’Europa, vedendo la squadra arrancare in campionato. Questione di motivazioni e alchimie, quelle che Fonseca non riesce a trovare nel giardino di casa. Forse anche per questo il probabile addio a fine stagione potrebbe essere una liberazione anche per lui.



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