ULTIME NOTIZIE AS ROMA CAGLIARI MAYORAL – A caccia di gol. Perché poi, a conti fatti, senza di quelli le partite non si vincono, c’è poco da fare. E hai voglia a dire che i campionati si conquistano soprattutto con le difese, se poi l’attacco non gira è un bel guaio per tutti. E i problemi della Roma negli ultimi due mesi sono legati anche alla sterilità dei propri alfieri offensivi, scrive La Gazzetta dello Sport.
Così tanto che nelle ultime dieci giornate di campionato nessuno ha fatto peggio dei giallorossi: appena 9 gol segnati, una miseria, considerando che al top ci sono Atalanta e Napoli con 24, ma che meglio dei giallorossi hanno fatto anche il Benevento con 10 o l’Udinese con 11, ma anche i fanalini di coda Parma e Crotone (rispettivamente 19 e 15 reti, prima del pirotecnico 3-4 di ieri dei calabresi in casa degli emiliani). Ecco, una delle chiavi di lettura del tracollo della Roma è anche questa. L’attacco non gira, le punte hanno le polveri bagnate. E i gol non arrivano. E senza gol, appunto, le partite non si vincono. E i punti scarseggiano…
A Cagliari Fonseca si augura di invertire questa tendenza. Anche perché lì davanti l’allenatore portoghese ha bisogno che tutti trovino presto la forma migliore, per provare a mettere paura al Manchester United nella doppia semifinale di Europa League.
Oggi pomeriggio a guidare l’attacco ci sarà Borja Mayoral, che forse è quello meno colpevole di tutti, visto che da lui ci si attendeva anche meno e – invece – lo spagnolo ha portato in dote ben 15 reti (8 in campionato, 7 in Europa League, dove è anche il capocannoniere della competizione). Il che sostanzialmente vuol dire che se Mayoral dovesse segnare oggi a al Cagliari stabilirebbe anche il suo record personale di reti in un singolo campionato.
Finora, infatti, le attuali 8 marcature personali in Serie A eguagliano quelle segnate con il Levante nell scorsa stagione, nella Liga. Un motivo in più per trovare carica e motivazioni, in una partita che da questo punto di vista è di assai difficile lettura.
Ma poi ci sono tutti gli altri, che di certo non hanno brillato, anzi. Mkhitaryan fatica a ritrovare quella brillantezza e quella efficacia che – prima dell’infortunio subito all’Olimpico con lo Shakhtar Donetsk – ne avevano fatto il giocatore più decisivo dell’organico giallorosso. Pedro è invece ai box, ma nel 2021 ha inanellato brutte prestazioni più che altro. Mentre El Shaarawy ha faticato ad andare in ritmo a causa della lunga inattività e quando sembrava stesse migliorando, si è fermato anche lui per infortunio.
Detto di Pellegrini che è un po’ borderline (ballando tra centrocampo e la trequarti), alle spalle della punta centrale c’è infine anche la situazione di Carles Perez, uno che si è oramai rassegnato al ruolo di rincalzo e non sembra riuscire a cambiare l’inerzia della situazione. Il che a volte lo porta a fare delle cose buone, molte di più a perdersi dietro l’idea di dover per forza dimostrare qualcosa in più all’allenatore.
E, infine, c’è Edin Dzeko, il giocatore che più di tutti può cambiare il destino giallorosso in questo finale di stagione. Il bosniaco giocherà giovedì a Manchester, magari farà anche staffetta oggi a Cagliari. «Siamo in semifinale di Europa League, dovremo dare il massimo perché non capita tutti i giorni di giocare partite come queste – ha detto al sito del club –. Lo United è forte ed è favorito. Ma noi sappiamo di avere qualità, dobbiamo crederci e comportarci da squadra. Se lo faremo niente sarà impossibile. Per me poi sarà una gara speciale, fino a qualche anno fa era un derby. A 35 anni ho voglia di segnare ancora tanti gol. Non conta come, conta segnare». Ecco, appunto. Anche urgentemente, viene da aggiungere, visti i numeri attuali della Roma in campionato…
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