Josè Mourinho

ULTIME NOTIZIE AS ROMA MOURINHO – Il tempo non manca, ma un sottile senso di inquietudine comincia a farsi sentire. L’arrivo di Mourinho ha rivitalizzato i tifosi romanisti dopo una stagione anonima e con rarissime soddisfazioni, però sono passati 45 giorni dall’annuncio dello Special One e il mercato della Roma è ancora al punto di partenza. Tanti nomi, nessuna firma, scrive il Corriere della Sera.

È il caso di preoccuparsi? Nei festeggiamenti per il ventennale dello scudetto 2001 sono particolarmente pesanti le parole di Cristiano Zanetti. Era in prestito dall’Inter e l’anno dopo è ritornato in nerazzurro. La sua «romanità» è perciò minima e il ragionamento molto asettico: «La mentalità vincente viene creata quando ti rendi conto che il tuo compagno di squadra è un giocatore forte. Se un club investe tanto più degli altri e non ha problemi a comprare qualunque giocatore, diventa automaticamente più forte degli altri. Più che di mentalità vincente parlerei di investimenti vincenti del presidente, uniti a un allenatore che ha vinto ovunque è andato (come Capello e adesso Mou; ndr). Durante un campionato puoi anche perdere qualche partita, ma se hai la rosa più forte alla fine vinci».

Il lavoro che aspetta Tiago Pinto non è facile. Deve piazzare un sacco di esuberi – ieri una voce su Pastore cercato in Argentina dal Boca Juniors – e l’Europeo gli sta dando una mano a giorni alterni: Olsen si è messo in luce con la Svezia, Under è naufragato insieme alla Turchia. Le trattative per Xhaka e Belotti sono in stand-by perché Arsenal e Torino non hanno intenzione, almeno per ora, di abbassare le pretese per il cartellino dei due giocatori. Sul portiere resta forte la candidatura di Rui Patricio, però bisognerebbe anche piazzare Pau Lopez (infortunato). Il rischio è che certe buone idee, come Patson Daka del Salisburgo, entrino nel mirino anche di altri club: sullo zambiano, ad esempio, è piombato il Leicester.

Per ora la garanzia che la Roma farà una squadra competitiva resta l’arrivo di José Mourinho. Il concetto esce anche dalle parole dell’amministratore delegato giallorosso Guido Fienga: «Mourinho è stato un’intuizione degli azionisti appena si è liberato dal Tottenham: sono stati bravi a convincerlo. Incarna quello che vogliamo fare, è assolutamente il numero uno. Il mercato? Non ne parlavo prima, quando ne ero responsabile, figurarsi adesso che non me ne occupo. Posso dire però che abbiano preso Mourinho perché ci insegni a vincere. Il nostro è un percorso, bisogna lasciarlo lavorare. Non sarà immediato ma vogliamo costruire un progetto che possa vincere e continuare a vincere ma che sia anche sostenibile. Il mondo del calcio è cambiato post pandemia, i top club faranno poco. La scelta dei giocatori spetterà a Mourinho, a Tiago Pinto e alla proprietà che è direttamente coinvolta. Il ritorno di Totti? Abbiamo un ottimo rapporto con Francesco, sta facendo la sua attività e vuole essere lasciato in pace. Sta facendo il suo percorso: sviluppa giocatori giovani, fa attività di scouting e alcuni giocano nella Roma. A oggi c’è la volontà di proseguire questo rapporto ottimo di collaborazione, più avanti si vedrà».

Mourinho, intanto, non ha perso occasione per ricordare lo scudetto del 2001: «Complimenti a tutti: alla famiglia Sensi, a mister Capello, allo staff, ai giocatori e ai romanisti. Ricordare è vivere». Le radici sono importanti ma Mou è stato preso proprio per non vivere soltanto di ricordi.



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