(Il Messaggero – A. Angeloni) Lo score contro il fratello Vincenzo va inevitabilmente migliorato, per ora Eusebio è in svantaggio (2 vittorie contro 5 su nove partite), ma soprattutto battere il Milan in questa fase della stagione darebbe uno slancio a tutto il movimento Roma. Con i tre punti, Di Francesco e la squadra acquisirebbero quella famosa consapevolezza nei propri mezzi. Fine delle banalità. Partire senza il peso di essere favoriti, aiuta un bel po’, specie se giriamo la testa indietro e osserviamo i precedenti: la Roma di Garcia e quella di Spalletti erano concorrenti della Juve fin dai ritiri estivi, quella di Eusebio no, è partita almeno in seconda fila, ammantata dall’ormai celebre scetticismo. Ma intanto la Roma cresce, fa in campionato più punti della squadra dello scorso anno e in Champions vince finalmente in trasferta (4 punti in due partite), cosa che non succedeva da sette anni, per non parlare dei soli tre successi ottenuti nei sei anni gestiti dal club bostoniano.
CRESCITA – La Roma pian piano, appunto tra lo scetticismo, cresce. Cresce in senso generale: di punti, di gioco. Anche se molto c’è da lavorare e margini per migliorare ci sono, se consideriamo che la rosa è ancora incompleta e addirittura per la sfida contro il Milan lo sarà ancor di più, perché oltre ai lungodegenti, DiFra deve rinunciare pure ai nuovidegenti, vedi Perotti e Defrel. Pellegrini ha recuperato dall’influenza. Ci sarà, debilitato ma ci sarà ed è un passo indietro rispetto a Strootman, che non ha giocato in Champions. Davanti a destra, con Perotti e Defrel out, la scelta finisce su Florenzi, con Under leggermente staccato: opzione di scorta, il turno avanti e Ale terzino. Tra i centrali, più Fazio di Juan Jesus. Torna Moreno, che ha saltato il Qarabag per noie muscolari.
IL TEATRO DEI SOGNI – San Siro, mai come in questa occasione, diventa lo stadio dei sogni, da lì dovrà nascere il grande sogno della Roma, di poter lottare alla pari con Juve e Napoli, conti alla mano, per ora avanti rispetto ai giallorossi. E non solo sono avanti per una questione di giocatori (qui dipende dal giudizio personale), ma soprattutto perché Di Francesco ha cominciato da poco, Sarri e Allegri no (questo è un fatto, non opinabile).
I DUBBI E LE CERTEZZE – Montella sente aria di svolta, Di Francesco si deve consacrare ad alti livelli. Per ora, la prima gara giocata contro una big, l’ha persa. In maniera rocambolesca e sfortunata: tutti ricorderanno quel clamoroso calo della Roma negli ultimi venti minuti contro l’Inter di Spalletti, ed Eusebio avrebbe pagato di tasca sua per vincerla. Poi, da quella sera, i giallorossi hanno sempre preso i tre punti mostrando una crescita costante sotto l’aspetto del gioco, mentre i nerazzurri hanno sempre preso i tre punti (tranne a Bologna, uno) senza mai convincere a pieno.
ROMOLO E REMO – Sarebbe bello poter rigiocare ora quella sfida, oggi l’avversario sarà sempre milanese ma con colori diversi. Il Milan vive una situazione diversa: è una squadra che ha perso la linea del progetto e deve riprendersi. E pure in fretta. Montella è in discussione e sta ai calciatori salvargli il posto. Contro una squadra che cerca la prestazione scaccia-crisi non è mai facile giocare, per questo motivo se la Roma dovesse vincere farebbe una cosa grande. La vittoria porterebbe a sostenere, come dice Di Francesco, che la “Roma c’è”. C’è e basta. Perché dopo le quattro vittorie consecutive con le “piccole” ora serve il passo contro una grande o, nel caso del Milan, una presunta grande. Ecco, la sfida è proprio questa: dimostrare di poterci essere, sia per l’una sia per l’altra. In gioco tutto, tanto, i duellanti sono due fratelli, amici da trent’anni, compagni di viaggi, di vittorie e di marachelle. Stasera fratelli nemici, come Romolo e Remo, ma per una notte. Quella della svolta.
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