Tammy Abraham

ULTIME NOTIZIE AS ROMA ABRAHAM – «Mourinho mi ha detto che sono un ottimo giocatore e mi ha suggerito di sviluppare una maggiore cattiveria sul rettangolo di gioco. Mi ha detto di diventare una specie di mostro». Ecco, l’ombelico di tutto è proprio questo e Abraham lo rivela al The Telegraph. Si parte da qui, dalla maggiore cattiveria che l’inglese deve mettere nelle scelte, nei duelli e quando attacca la porta. scrive La Gazzetta dello Sport.

Mourinho vuole vedere in lui più personalità, più carattere. E più fame. Vuole vederlo che «ringhi» in faccia agli avversari, che gli metta paura non solo per quello che può fare in campo, ma anche per quello che può rappresentare in assoluto. Insomma, è una questione di testa, ma anche di atteggiamenti.

«In campo non si può essere gentili, hai bisogno del carattere, devi spaventare i difensori e sotto questo aspetto sto cercando di migliorare – dice ancora Tammy –. Mou mi ha detto che sono un giocatore troppo buono, che devo acquisire quella aggressività che si ottiene crescendo». Già, e che si ottiene anche facendo esperienze diverse, come sta capitando a Tammy. Da domenica, però, lo aspettiamo più cattivo di prima.

Finora Abraham ha segnato 5 gol in 17 partite, non tantissimi per un centravanti pagato 40 milioni (più 2 di bonus) e con il compito di spostare l’inerzia delle partite. Ma è anche vero che l’inglese ha aperto anche un bel conto con la fortuna, avendo preso la bellezza di sette legni, il che cambierebbero radicalmente anche la valutazione attuale della sua stagione nel caso in cui invece fossero stati tutti gol.

Di certo Abraham deve trovare maggiore precisione nella conclusione, quando va al tiro, lui che comunque ha un calcio pulito e che sa far male di giustezza (magari andando a chiudere sul secondo palo) o di potenza. «Non mi aspettavo che il calcio italiano potesse essere così difficile – continua la punta giallorossa –. I calciatori sono molto intelligenti e per il modo di giocare in Italia la difesa è molto importante.

In Inghilterra invece siamo abituati ad attaccare, attaccare e attaccare. Ora devo imparare l’altra strada e cioè come rompere le difese avversarie. Fa parte del processo di apprendimento, basta vedere Lukaku e gli altri, che sono andati all’estero e sono tornati in Inghilterra. Per me la questione è migliorare». E diventare più preciso nella conclusione.

E come tutti gli attaccanti, Abraham deve probabilmente imparare anche ad essere un po’ più egoista. I centravanti vivono di gol, sono giudicati in base ai gol e si emozionano piuttosto che deprimersi in base a quante volte quel pallone vada a gonfiare la porta avversaria. E siccome il destino della Roma dipende molto dall’umore di Abraham, è importante che lui sia sempre entusiasta piuttosto che deluso. Ed allora un pizzico di egoismo in più in alcune circostanze non guasterebbe.

Per migliorare i suoi numeri, per rimpinguare il suo bottino di gol e per acquisire maggiore sicurezza e maggiore certezza nei propri mezzi. «È sempre dura arrivare in un nuovo paese e abituarsi a una cultura diversa – chiude Tammy –. Ho cercato di ambientarmi presto e ho cominciato ad imparare un nuovo stile di calcio. Sono andato a spiegare le mie ali e spero di poter mantenere il livello di prestazioni di cui ho bisogno per rimanere anche in nazionale». Ecco, appunto. Per riuscirci e mettere in cassaforte il Mondiale in Qatar («È il mio obiettivo, spero di esserci») Abraham ha bisogno di più gol. E anche di diventare un po’ più egoista.



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