ROMA-ATALANTA – Paradosso, croce e delizia, persino miseria e nobiltà: ognuno può chiamarlo come vuole, ma lo stadio Olimpico, la scorsa stagione, ha rappresentato davvero le due facce della Roma di Di Francesco. Fortino praticamente inespugnabile in Champions, facile preda in Coppa Italia (eliminazione con il Torino) e in campionato, dove sono arrivate sei sconfitte di fila come non accedeva da settant’anni.
Non erano nati i giocatori, l’allenatore, i dirigenti e neppure il presidente Pallotta l’ultima volta che la Roma aveva perso sei partite tra le mura amiche, e a Trigoria non se lo aspettava nessuno, soprattutto il tecnico Di Francesco che, da giocatore, aveva sempre considerato l’Olimpico un punto di forza.
In Serie A, invece, lo scorso anno non lo è stato e per invertire la tendenza, lunedì, esordio peggiore non sarebbe potuto capitare. L’Atalanta, non fosse altro che per il fatto di aver iniziato prima degli altri, corre, lotta e gioca bene, e anche se avrà sulle spalle l’impegno di stasera in Europa League, è avversario di quelli durissimi.
Lo scorso anno è stata una delle sei formazioni che hanno portato via i tre punti e non è stata una novità: nel 2017 fu 1-1, nel 2015 altro successo dei bergamaschi e altro pareggio, per ritrovare l’ultima vittoria della Roma bisogna tornare al primo anno di Garcia, quando i giallorossi si imposero 3-1 con le reti di Taddei, Ljajic e Gervinho. Di Francesco ci tiene a partire con il piede giusto e l’esempio può arrivare proprio dall’Europa.
La Roma ha costruito il suo cammino in Champions dal pareggio casalingo contro l’Atletico: la squadra di Simeone dominò, Alisson fu decisivo con le sue parate, al 90’ Dzeko sparò bordate a destra e sinistra perché si sentiva solo in attacco ma, nonostante tutto, la squadra riuscì a restare in piedi. E da lì prese quelle sicurezze che poi l’avrebbero portata a sfiorare la finale. Da quell’atteggiamento, e da quella simbiosi con il pubblico, De Rossi e compagni devono e vogliono ripartire. Perché, la Juventus insegna, i grandi successi si costruiscono in casa.
Per tanti giallorossi sarà l’esordio: da Olsen a Cristante, passando per i vari Marcano, Coric, Pastore, Santon, Kluivert, Zaniolo, Bianda, Nzonzi, Fuzato e Mirante, sono 12 i calciatori che per la prima volta conosceranno lo stadio da romanisti.
Il botteghino non sta facendo registrare numeri record. Sono poco più di 30mila i tifosi già sicuri di esserci, Di Francesco si augura che ne arrivino tanti altri in più perché, come insegna anche in questo caso l’Europa, la Roma con lo stadio pieno fatica di meno. E riesce a essere più concreta. Di questo ha bisogno l’allenatore, che già a fine maggio ha lanciato chiaro l’avviso: “L’Olimpico deve tornare ad essere il nostro fortino”.
(Gazzetta dello Sport)
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