(Il Messaggero – M. Ferretti) Finisce il campionato, comincia il calciomercato. Automatico. Scontato. Logico. Via alla fiera dei sogni, quella che accompagnerà il tifoso della Roma (non solo della Roma, comunque) fino alla vigilia dell’inizio del prossimo torneo. Saranno settimane intense, con chiacchiere dalla mattina alla notte, con esperti o pseudo tali h24 sul pezzo, con nomi mitragliati a ripetizione, spesso senza uno straccio di precauzione. E proprio in questi momenti vanno fatte alcune raccomandazioni: occhio alle dritte storte, attenzione alle polpette avvelenate, massima cautela nel maneggiare indiscrezioni, fake news e autentiche bufale. E poi: mai fidarsi di chi, con tono solenne, assicura Mi risulta che. E ancor di più va ignorato chi millanta, in maniera sfacciata, improbabili conoscenze o frequentazioni di questo o quel dirigente. Fidati di me, è praticamente fatta… E, ovviamente, occorre stare alla larga da procuratori, agenti e intermediari; gente che non avrebbe il minimo problema a tentare di venderti la Fontana di Trevi.
Da qui al fischio finale del calciomercato ne sentiremo e leggeremo di tutti i colori, aiutati in questo dall’assenza dell’Italia a Russia 2018. Di cosa vuoi parlare, allora, se non di calciomercato? Il nome di Monchi, il ds della Roma, per settimane, anzi per mesi sarà ancor più sulla bocca di tutti gli amanti della Lupa. Il compito che lo attende non è complicato, perché la Roma ha una base portante, ma neppure facile, visto che la squadra, che sarà affidata ancora a Eusebio Di Francesco (e ci mancherebbe…), ha bisogno di parecchie modifiche. Sul piano tecnico, certo; ma non solo. Alla Roma servono giocatori forti, di qualità ma anche di personalità. Uomini veri prima che atleti, insomma. Quelli che ti danno una mano a vincere, certo, ma anche (soprattutto?) a non perdere.
IL NASTRO GIALLOROSSO Riavvolgendo il nastro della stagione, chiusa ieri sera con il successo di Reggio Emilia (23esimo in campionato) e il terzo posto in classifica a 18 punti dalla capolista Juventus, è evidente la doppia identità della squadra di EDF: una Roma capace di imprese epiche e di scivoloni vergognosi. E addirittura di variare il suo rendimento tra casa e trasferta. Un gruppo incompiuto, forse. O solo incompleto, dal punto di vista tecnico, tattico e psicologico. Ecco perché la crescita della Roma non dovrà passare soltanto attraverso le scelte di un attaccante, un centrocampista o un difensore: ci sarà bisogno anche di un sostanzioso ritocco a livello mentale. Per dare continuità agli squarci di affidabilità che la Roma nei mesi passati ha mostrato solo (troppo) ad intermittenza. Avere più soldi a disposizione rispetto ad un anno fa, e meno urgenza di cedere un pezzo da novanta, non è garanzia di acquisti azzeccati: Monchi, abituato da sempre a guidare con marce basse, sa che non conta il nome ma la sostanza. A Roma, del resto, con finti campioni e presunti fuoriclasse non si vince niente da dieci anni. Avanti senza alcun pregiudizio, per usare un termine poco caro a EDF.
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