(Leggo – F. Balzani) Per Under è stato il giorno più bello della sua vita, per Monchi la notte in cui ha capito che vuol dire essere romanisti, per Di Francesco il modo migliore di reagire agli schiaffi. Insomma, la serata del 10 aprile 2018, oltre a restare nei libri di storia, ha cambiato il Dna di una squadra che ora crede alla finale di Kiev. Il giorno dopo a Trigoria è stata festa grande, ma senza esagerare. Circa 80 i tifosi fuori ai cancelli. Pellegrini si lascia sfuggire un no, tranquilli a chi gli chiede se andrà alla Juve, Strootman ci ha messo un quarto d’ora a lasciare il centro sportivo («Ci vogliono tutti al sorteggio? Meglio, noi non abbiamo paura di nessuno. L’obiettivo ora è la finale») così come Di Francesco: «Abbiamo preso un sacco di schiaffi, ma ho saputo reagire e va bene così». E va bene pure a Monchi che, con oltre 80 milioni complessivi raggiunti grazie al passaggio in semifinale, non sarà costretto a vendere nessuno entro il 30 giugno: «È stata la vittoria di Di Francesco, per lui non è stato facile cambiare modulo ma era convinto. E questo vuole dire che è un allenatore forte. Ieri sono uscito per ultimo dallo stadio, ho dormito tre ore». Ma i complimenti alla Roma e a Di Francesco sono arrivati da mezzo mondo, anche dall’ex amico-nemico Spalletti: «La Roma ha fatto una grandissima impresa. Penso abbia giocato una partita perfetta e quindi faccio i complimenti a tutti. È un risultato importante per l’Italia tutta». Un altro ex tecnico, Rudi Garcia, si unisce al coro: «La Roma è un esempio da seguire. Sono felice per i giocatori. Un colpo di scena assurdo».
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