Monchi ha deciso di tornare ad essere soltanto un tifoso del Siviglia: “Ora potrò andare allo stadio a godermi le partite con fratelli e i amici. Perché a me non batte il cuore, batte lo scudo“, le sue parole nella conferenza di addio di ieri. E giù lacrime. Altre ne aveva versate il 14 marzo sull’autobus che accompagnava il suo Siviglia all’aeroporto di Leicester dopo la dolorosissima uscita dalla Champions. Triste epilogo di una storia che in Europa è stata spesso trionfale: con Monchi il Siviglia ha vinto 5 Europa League in 11 anni, e infatti quando gli hanno chiesto qual è il ricordo sportivo più caro dei quasi 30 anni passati al Sanchez Pizjuan la risposta è stata secca e senza tentennamenti: “Eindhoven”. Sede della finale di Europa League 2006, 4-0 al Middlesbrough con doppietta di Maresca e reti di Luis Fabiano e Kanouté. Il primo dei 9 titoli conquistati in questo secolo quando nei 110 anni precedenti ne avevano portati a casa 4 in tutto. La prima delle 16 finali targate Monchi che spesso viene ricordato per le plusvalenze sul mercato, ma c’è molto di più.

Tanti dei giocatori comprati a poco prima di far fare guadagni grassi al Siviglia hanno dato gol, prestazioni e a volte gloria al club che li aveva scoperti o rilanciati. Per questo il ds (arrivato al Siviglia da portiere, poi ha continuato come team manager) quando deve citare un colpo simbolo della sua gestione sceglie Dani Alves, preso dal Bahia a mezzo milione di euro e rivenduto al Barça a 35 dopo la conquista delle prime due Europa League. Monchi ha visto il Siviglia in Segunda, poi ne ha costruito uno vincente con Juande Ramos e dopo una grande crisi istituzionale, con tanto di carcere per Del Nido, un secondo con Unai Emery e i vari Rakitic, Bacca, Fazio, Banega, Krychowiak. In 16 anni abbondanti Monchi ha chiuso 560 operazioni con plusvalenze ben oltre i 200 milioni di euro. Ma in questa storia finita (oggi, ma non per sempre) per la stanchezza accumulata dal ds miracoloso, i soldi contano tanto quanto i grandi rapporti instaurati con allenatori e giocatori, la vicinanza col pubblico, i successi e l’aver messo la bandierina del Siviglia sulla cartina d’Europa. Da italiani ci auguriamo che possa accadere lo stesso con la Roma.

(Gazzetta dello Sport)



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