Monchi ed Eusebio Di Francesco

Puoi pure apparecchiare la tavola, cucinare il menu perfetto, chiamare lo chef stellato. Ma se poi non inviti le persone di spirito, se uno lo chiami ma non ha l’abito giusto e l’altro è persino indeciso se venire o no, alla fine la festa rischia seriamente di non decollare. Tradotto: Rudiger si allontana dall’Inter. Guai a dire che la porta è chiusa, specie in tempi di mercato, a maggior ragione all’alba della metà di giugno. Rudiger si allontana non certo per le parole di Monchi, che pure certificano un nulla di fatto: «Non ci sono trattative aperte per lui, ci sono zero possibilità che Rudiger vada via», ha spiegato il ds. L’ha detto in spagnolo, a margine della conferenza di presentazione di Di Francesco, ma il messaggio e la mimica facciale del d.s. romanista sono talmente chiari che non c’è neppure bisogno di aspettare la versione italiana del traduttore.

I MOTIVI DELLO STOP C’è dell’altro, però. Oggi Rudiger va considerato più lontano dai nerazzurri innanzitutto perché non coincidono i tempi del mercato. Perché l’esigenza della Roma di vendere un pezzo pregiato entro il 30 giugno non fa scopa con la stessa necessità dell’Inter di posticipare gli investimenti a partire dal primo luglio. Ergo: non è escluso che dell’accostamento Rudiger-Inter se ne parlerà anche più avanti, magari su basi e, chissà, esigenze tecniche che possono pure mutare nel corso dell’estate. Al momento siamo a un nulla di fatto. La Roma è a conoscenza dell’interesse dell’Inter, non è un mistero per nessuno. Ma allo stesso tempo non è così scontato che il tedesco gradisca fino in fondo la destinazione nerazzurra. C’è chi è pronto a giurare che il difensore, pur stimando Luciano Spalletti, possa preferire altre destinazioni. magari al di fuori dall’Italia: non sono un mistero – lo dichiarò il giocatore stesso tempo fa — le sue voglie di Premier League, ecco perché non è del tutto da escludere che il Chelsea di Conte – che un anno fa, prima dell’infortunio, fu vicinissimo a prenderlo — possa più avanti tornare all’assalto. Al momento, siamo a zero. Neppure l’Inter ha affondato il colpo, peraltro conscia della distanza abissale sulla valutazione del cartellino del tedesco. Ecco qui l’altro motivo della frenata brusca. I nerazzurri sono pronti a investire una cifra intorno ai 25 milioni più bonus, praticamente la stessa base di accordo di un anno fa tra Trigoria e Stamford Bridge. La Roma parte molto più alta: 40 milioni di euro, si scende poco e malvolentieri. Oggettivamente c’è poco da limare. Ecco perché una trattativa vera e propria tra i due club non è partita. Ecco perché l’Inter non ha neppure iniziato le opere di convincimento del tedesco.

ALTERNATIVE I nerazzurri però non vogliono farsi trovare impreparati. Pur sapendo che il centrale tedesco potrebbe arrivare a fine agosto, bisognerà intervenire per modificare la difesa di Spalletti. I nomi sul tavolo sono tanti e tanti sono quelli che non sono usciti dalle stanze della sede. Diakhaby del Lione è un’ipotesi da tenere sotto controllo perché non costa esageratamente e potrebbe tornare utile in chiave plusvalenza. Stesso anno di nascita, 1996, ma diversa valutazione per Sanchez dell’Ajax per il quale il Barcellona è pronto a offrire 50 milioni. Con il Psg si è parlato di Thiago Silva e Marquinhos, ma età e costi non consentono di volare. De Vrij della Lazio è un discorso parcheggiato da settimane, inchiodato sulle riflessioni fisiche. A questo punto non va trascurato Vanheusden, prodotto interno, miglior giocatore delle finali Primavera. Non è pronto per giocare, ma ha un talento che non va sprecato e trascurato.

(Gazzetta dello Sport – M. Brega/D. Stoppini)



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