«Zero possibilità che Rüdiger parta». Trattativa aperta con il Liverpool per Salah, «ma il prezzo lo fa la Roma». Nessuna offerta arrivata per gli altri giocatori della rosa. Se Di Francesco sceglie un approccio umile, seduto al suo fianco Monchi fa la voce grossa. Mediaticamente, oscura la presentazione dell’allenatore. Inevitabile, perché a parlare il nuovo, vero e unico «capo tecnico» della Roma. Lo spagnolo come Sabatini, ha pieni poteri e autonomia totale da parte della proprietà. A ognuno il suo lavoro. Monchi ascolta tutti, da Pallotta fino a Di Francesco con cui si e riunito ieri un paio d’ore a Trigoria dopo la conferenza, ma le scelte le fa lui. Da solo. Il primo esempio gia c’è stato: il presidente parla di giovani che il tecnico abruzzese dovrà valorizzare e nello stesso giorno il diesse spagnolo compra un 29enne, Hector Moreno, senza che nessuno ne avesse parlato prima. «Ma giuro -dice ridendo rivolto ai giornalisti – che il mio obiettivo non è questo: ci sono alcuni giocatori di cui avete fatto il nome che sono i nostri obiettivi (per esempio il terzino Karsdorp e il centrocampista Seri, ndr)».
Concreto, apparentemente docile ma con un carattere deciso, Monchi ha preso in mano la Roma in pochi giorni e il suo lavoro è appena iniziato. Sta per cedere Salah al Liverpool, questione di poco tempo: «E’ vero – ammette senza timori – che c’è un interesse di un club inglese e c’e stata un’offerta, ma il prezzo lo fa la Roma. Non ci sono trattative aperte per nessun giocatore se non per Momo, la Roma non è un supermercato, è una squadra che ha l’obiettivo di lottare per il campionato e rappresenterà l’Italia in Europa. Non abbiamo intenzione di vendere, ma di costruire la migliore rosa possibile. Abbiamo condiviso con Di Francesco i profili, alcune trattative sono in fase avanzata, ma non credo che ci saranno sorprese nel breve periodo».
I «profili», appunto, in una parola c’è tutta la filosofia di lavoro di Monchi: all’ allenatore chiede cosa gli serva per il suo modulo, un terzino veloce magari o un attaccante che vada in profondità, ma i giocatori li seleziona lui. E, oltre ai due ruoli citati, prenderà certamente anche un secondo portiere («Al momento siamo coperti con Alisson, Skorupski e Lobont», ma il polacco partirà) e un centravanti di scorta. Il resto dipenderà da chi parte. Diventa tutto più semplice nel caso di Pellegrini, obiettivo del club già testato da Eusebio: servono ancora un po’ di giorni per definire l’intesa sullo stipendio del ragazzo, poi entro il 30 la Roma eserciterà il diritto di riacquisto dal Sassuolo fissato a 10 milioni. Monchi ripete il suo mantra: «Il problema non è tanto vendere, ma comprare male, se qualcuno esce bisognerà sostituirlo adeguatamente». E su Di Francesco aggiunge: «Dopo che Spalletti mi ha annunciato la volontà di partire, il mio obiettivo era unico e chiaro: volevo che Eusebio fosse qui». L’ha selezionato tra una ventina di candidati e pensare che fino a due tre giorni prima di Roma-Genoa aveva ancora uno spiraglio per convincere il toscano a restare. Storia vecchia ormai, la nuova parte da un allenatore motivatissimo e tante scelte da fare.
«Cero credibilidad» va ripetendo Monchi sui vari affari di cui si parla in entrata e in uscita. Su Rüdiger si espone in modo forte, perché al momento non c’è nessuna squadra disposta a spendere quei 30 milioni che lo farebbero vacillare. Neppure Idem per Manolas, che rimane il difensore più «sacrificabile» nei piani giallorossi: si aspettano mosse dello Zenit e altri club. Grenier, intanto, è tomato ufficialmente al Lione. Un’altra scelta senza indugi di Monchi. E’ la sua Roma.
(Il Tempo – A. Austini)
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