NOTIZIE AS ROMA MONCHI – Monchi vola lunedì negli States. Pallotta, guardando quanto è accaduto da quasi 3 mesi a Trigoria, aspetta il suo ds per un confronto. Sul presente più che sul futuro. C’è da riqualificare la Roma indebolita dal mercato estivo: acquisti onerosi, ma non rinforzi. La zona Champions, obiettivo vitale per la proprietà Usa, sarà complicata da riconquistare. E per riuscirci non è sufficiente la rosa attuale.
Lo spagnolo, consapevole di aver scelto male, dovrà ammetterlo davanti al presidente. E a prescindere da quale tecnico vedremo in panchina: Di Francesco, almeno fino a domani sera, o chi per lui. Senza successo sul Genoa domani sera, l’esonero è scontato. Così, dal vertice oltreoceano, uscirebbe pure il nuovo tecnico. A Trigoria il management ha fatto quadrato attorno all’allenatore, ma in caso di nuova caduta, la sterzata diventerà obbligata. Monchi ha già in mente come intervenire: in panchina chi conosce la serie A.
Ecco perché Paulo Sousa resta d’attualità. Come Blanc, Montella e Donadoni. Altre opzioni, ma per giugno e non per la successione in corsa: Tedesco dello Schalke 04 e Jardim esonerato ad ottobre dal Monaco. Il suggeritore Baldini ha i suoi candidati: Paulo Sousa e Villas Boas. Manca nell’elenco l’altro amico Capello. Che ormai si considera manager. E non direttore tecnico, ruolo scartato dall’interessato e dal club giallorosso. Monchi chiederà al presidente di investire pure a gennaio, ricordandogli che la qualificazione agli ottavi di Champions (e indirettamente l’eliminazione del Napoli e dell’Inter) ha generato ulteriori introiti.
Spinge per 3 innesti: il centrale difensivo, Maidana o Nastasic, al posto di Marcano; il centrocampista Weigl (il low cost Sanogu) girando in prestito Coric; il centravanti di scorta, magari puntando su Piatek o Kouamè, liberandosi momentaneamente di Schick. La formula sarà quella del prestito.
(Il Messaggero – U. Trani)
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