La prima, timida, ammissione, arriva dalla Spagna. «Se tutto procederà come deve, andrò alla Roma» spiega Monchi, prima di precisare che «niente è però certo fino a quando non ci sono le firme, per questo non voglio dire nulla, almeno fino alla chiusura». Poco, ma sufficiente per aprire, dal punto di vista comunicativo una nuova era per la società giallorossa. «Ci sono stati anche grandi club europei interessati a me, che mi hanno chiamato direttamente – continua il direttore sportivo al quotidiano spagnolo AS – la cosa certa è che non lavorerò in Spagna, mai in un altro club lì che non sia il Siviglia».
Monchi sta valutando quale potrebbe essere il profilo ideale per il dopo Spalletti – sempre che l’attuale tecnico della Roma confermi di non voler rinnovare il contratto – e uno dei nomi che si fanno con più insistenza è quello di Emery. «Ci ho parlato ultimamente – l’ammissione di Monchi – ma non c’è nulla in merito a un futuro insieme, nel medio o lungo periodo. Spero per lui che continui molti anni nel Psg, perché vorrebbe dire che sta facendo bene. Siamo stati bene al Siviglia insieme per tre anni». Ed è lo stesso Emery a rispedire al mittente le ipotesi che lo vorrebbero vicino alla panchina giallorossa. «Io alla Roma? Non sono sul mercato, perché ho un altro anno di contratto col Paris e voglio sfruttare la fiducia che mi ha dato il presidente». Dichiarazioni di facciata o meno, sarà il tempo a dirlo, mentre Spalletti ha ieri concesso un giorno di riposo alla squadra, prima di riprendere oggi a preparare la trasferta di Pescara.
Totti, insieme a Nainggolan, ne ha approfittato per andare a seguire il Masters di tennis di Montecarlo. Lì ha incontrato il talento diciottenne del Monaco, Mbappè – prossimo avversario della Juve in semifinale di Champions – che gli ha chiesto un selfie, prontamente poi postato dal ragazzo sui social, definendo il numero dieci una ‘leggenda’. E di Totti ha parlato ieri Florenzi, dopo aver ricevuto dal presidente del Coni, Malagò, il Premio città di Roma. «La Roma senza Totti non esiste – le parole del centrocampista – sarà un lutto quando smetterà, ma Francesco è padrone del proprio destino e, qualora decidesse di appendere gli scarpini al chiodo, farà sempre parte della Roma. Lui è la Roma ed è la storia per ciò che ha fatto». Una bella dichiarazione d’amore, mentre Florenzi è nel pieno del lavoro di recupero dopo la seconda rottura consecutiva del crociato del ginocchio sinistro. «Sta mancando più la squadra a me, che io alla squadra – sorride – mi manca il calore del pubblico quando entri in campo, o l’arrivare col pullman allo stadio. Sono contento di avere mia moglie, mia figlia e tutta la squadra a sostenermi».
(La Repubblica – F. Ferrazza)
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