Il giorno del bilancio, che a volte somiglia molto al giorno del giudizio. Come sono messe Milan e Roma? Andiamo a esaminare lo stato di salute alla luce degli ultimi conti, delle prospettive per i prossimi e soprattutto in virtù del monte stipendi, che ovviamente incide parecchio.
Il Milan ha chiuso l’esercizio 2016 (l’ultimo con chiusura al 31 dicembre: d’ora in avanti si tirerà una linea al 30 giugno) con un rosso di 74,9 milioni, e anche il prossimo bilancio registrerà una perdita consistente, ma dovrebbe essere l’ultimo di questo tenore. Da quello successivo il club rossonero si attende miglioramenti concreti, che si basano sul ritorno in Champions (ovviamente non una scienza esatta) e sui ricavi commerciali in Cina (questo, invece, è un business plan che sta partendo proprio adesso). Con la qualità degli acquisti di questa estate, il monte stipendi si è alzato parecchio. Escludendo i bonus, fra i nuovi c’è Bonucci con un ingaggio netto di 7,5 milioni (il lordo raddoppia), Biglia con 3,5, Rodriguez 3, Calhanoglu e Borini 2,5. Donnarumma è schizzato a 6. Da quanto filtra il club, alla fine del mercato – quindi comprendendo cessioni «pesanti» in tal senso – prevede un rialzo del monte ingaggi quantificabile in circa 35-40 milioni lordi annui.
In casa Roma non c’è aria di smobilitazione, almeno a giudicare da un monte ingaggi che è virtualmente cresciuto rispetto alla chiusura della sessione estiva di mercato di un anno fa. Nel quadro vanno considerati anche i rinnovi di Strootman e Nainggolan: a oggi, il dato sarebbe di 95 milioni, 5 in più rispetto a un anno fa. Nell’anno in cui la Roma aveva fatto registrato il suo record di fatturato, 214,7 milioni di euro (scavalcando proprio il Milan, secondo in Italia solo alla Juve), l’indebitamento finanziario complessivo è salito a 197,7 milioni. Nei mesi scorsi Pallotta è intervenuto con 86 milioni, di cui 70 in conto aumento capitale. E un mese fa lo stesso presidente giallorosso ha rifinanziato il debito con Goldman Sachs, aumentando da 175 a 230 milioni la linea di credito fino al 2022.
(Gazzetta dello Sport – M. Pasotto/D. Stoppini)
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