AS ROMA NEWS BOLOGNA CHAMPIONS LEAGUE – Se siete appassionati alle serie tv, la corsa alla Champions League sarà un thriller che ci accompagnerà fino a maggio con mille colpi di scena. La puntata del Dall’Ara ha raccontato il sangue e il sudore che ci si aspettava (otto ammoniti, un «rosso» dato e tolto), ma la puntata domenicale finisce con la meritata festa del Bologna – 4° in classifica da solo – mentre lo stadio impazzisce di gioia e la Roma esce a testa bassa, sapendo che se oggi l’Atalanta vincesse, chiuderebbe il turno all’ottavo posto, scrive La Gazzetta dello Sport.
La Roma di Mourinho subisce una lezione di calcio dall’allievo Thiago Motta, che gioca meglio, anche se tira in porta solo in occasione delle due reti. Finisce perciò con un 2-0 santificato dal gol di Moro e dall’autorete di Kristensen, con i rossoblù che mettono in vetrina la loro migliore partenza nell’era dei tre punti, proprio nel giorno in cui viene ricordato con commozione Sinisa Mihajlovic.
Motta in avvio lucida una squadra che ha nella ragnatela di passaggi a due tocchi la chiave di lettura. La palla sale per triangoli dal basso, usando il lancio solo in condizioni estreme. Una curiosità per tutte: dal fischio d’inizio, per un minuto e 45 secondi la palla è solo sui piedi dei rossoblù. Zirkzee è mobile e facilita gli inserimenti di Ferguson, Moro e Freuler, mentre Ndoye giganteggia e sfrutta le debolezze difensive di Spinazzola, come invece riesce meno a Saelemaekers su Kristensen, senza contare Posch e Kristiansen che appoggiano l’azione, proprio come Calafiori.
I giallorossi, privi di Lukaku come riferimento per il lancio lungo, e Dybala per la cucitura del gioco, puntano sugli esterni bassi – innescati a turno da Pellegrini, Paredes e Cristante – per tentare sortite e proporre cross per Belotti. Frullando l’attenzione tattica di entrambe le squadre, ne viene fuori una metà tempo dura e noiosa.
A stappare il match è una astuta punizione da centrocampo battuta da Llorente, che per poco non beffa Ravaglia, preferito a Skorupski. Al 31’, un cross di Kristensen per Belotti fa volare il portiere del Bologna. La squadra di Motta però continua con la sua manovra indirizzata sulla sua fascia destra, proprio dove sfonda al minuto 37’. La verticalizzazione Posch, Freuler, Ndoye e Moro libera il centrocampista in area, tagliando fuori mediana e difesa della Roma: il tiro è un rigore in movimento che non viene fallito. È il delirio, che potrebbe essere subito strozzato se Belotti, trovatosi solo davanti a Ravaglia, non tirasse addosso al portiere. Il pari fallito, però, fa riaccendere il turbo di Ndoye, che dopo una accelerazione tira fuori di poco.
All’intervallo Mou toglie Spinazzola, spostando El Shaarawy sulla fascia e piazzando Renato Sanches alle spalle di Belotti insieme a Pellegrini, ma il portoghese è così fuori condizione che verrà sostituito quasi subito per chiaro deficit fisico, costringendolo a uscire scuotendo la testa. Con Azmoun si passerà al modulo a due punte, ma in realtà l’inizio della ripresa archivia subito il match. Al 4’, infatti, un cross di Ferguson sfiorato da Ndoye carambola su Kristensen, provocando il raddoppio rossoblù.
La Roma è alle corde, ma prova una reazione d’orgoglio che si materializza comunque solo con un paio di salvataggi di Freuler in area e una occasione di Belotti che, ancora una volta, da solo tira addosso a Ravaglia. Un brivido ci sarebbe quando Lucumi viene punito con un «rosso» per un fallo da ultimo uomo su Azmoun, però la sanzione viene cancellata dal fatto che il giallorosso era in fuorigioco.
Morale: con le praterie che si aprono alle spalle della difesa romanista – in cui è scalato al solito Cristante – è Ndoye a presentarsi da solo davanti a Rui Patricio, ma l’attaccante rossoblù calcia fuori. È l’ultima emozione di un match che il Bologna ha meritato da vincere e che sancisce come la Roma, senza Dybala e Lukaku, difficilmente potrà competere per le zone alte della classifica.
Non è un caso, forse, che ancora una volta nelle sfide contro squadre al vertice i giallorossi soffrano, basti pensare che in questa stagione hanno racimolato solo due pareggi (contro Lazio e Fiorentina) e ben tre sconfitte (con Milan, Inter e Bologna), in attesa dei prossimi match contro Napoli e Juventus. Quanto basta per rischiare di vedere il Bologna e le altre allungare, se non ci sarà un cambio di rotta.
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