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Rassegna stampa

Motta-Mourinho, sfida Champions. L’allievo attacca il maestro: Bologna-Roma in cinque mosse

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AS ROMA NEWS BOLOGNA MOTTA MOURINHO – Serve dare una sterzata. Di classe. Di qualità. Joshua Zirkzee (7 gol e 2 assist fino a qui nei 18 gol totali del Bologna) da vero “nove e mezzo” qual è (indole da centravanti, piedi da numero 10) a Salerno ha segnato la sua prima doppietta in Serie A: da bomber puro, scrive La Gazzetta dello Sport.

È la nitroglicerina di Motta: perché dialoga, guarda la porta allo stesso modo dei suoi compagni, fa giocate e fa giocare. Un attaccante unico, a suo modo, e che Thiago non cambierebbe con nessun altro.

Come Mourinho fino a qualche tempo fa non avrebbe mai cambiato uno come Pellegrini. Il capitano invece adesso deve risalire la china, tornare quello dei 14 gol e 8 assist del primo anno “mourinhano”. Nella partita con la Fiorentina è uscito tra qualche fischio, Mou sa bene quello che può dare. Ma è anche vero che serve stare fisicamente bene e Pellegrini anche quest’anno è alla prese con mille problemi fisici.

Il Maestro e l’Allievo? Come no, nel segno del Triplete ma anche di una stima radicata, sincera, profonda. Ed è forse per questo che hanno tanti punti in comune: non solo la scadenza di contratto che riguarda l’attualità (Motta e Saputo si parleranno lunedì sera ma gli incontri dirimenti avverranno ad inizio gennaio dopo chiacchierate già andate in onda fra le parti, di persona e no) ma anche il non aver peli sulla lingua (anche nei confronti degli arbitri), il non transigere (Thiago l’anno scorso con Arnautovic, Mou con Karsdorp), la protezione comunque del gruppo. A prescindere da tutto.

La cosa curiosa, tra l’altro, è che potrebbero anche fare staffetta, darsi il cambio. Se i Friedkin dovessero infatti decidere di non rinnovare il contratto a Mourinho, Motta è proprio uno dei nomi segnati con la penna rossa sul taccuino giallorosso. A gennaio la verità…

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Riccardo Orsolini e Jesper Karlsson da una parte, Romelu Lukaku e Paulo Dybala dall’altro: Bologna-Roma è anche rappresentato dalla “pesantezza” delle assenze, certamente forti quelle per Mourinho. Nel Bologna, i gol di Orso mancano così come l’ambientamento di Karlsson: così, Thiago sta spremendo Ndoye e Saelemaekers ma nel corso delle varie gare ha adattato uomini su entrambe le corsie, che fossero il baby Urbanski o Lykogiannis o Ferguson.

Per Mou, invece, perdere in un colpo solo tutto il suo attacco è quasi un colpo al cuore. «C’è una Roma con Dybala e una senza», ha detto anche la scorsa settimana. È vero, come è altrettanto vero che c’è una Roma con Lukaku e una senza. Basti pensare che finora il centravanti belga ha segnato 12 gol in 19 partite. Al suo centravanti Mou non rinuncia mai. Se non per squalifica, appunto.

«Va tenuto nascosto»: anche quando Lewis Ferguson gioca sottotraccia, beh, Motta lo applaude e gli avversari lo sentono. Perché lo scozzese è il tuttocampista classico, dove lo metti fa e fa le cose per bene. Per questo Thiago, nel parlare dell’interno da qualità, corsa e gol, ha allegato il pensiero di volerlo tenere nascosto: perché prima o poi una big verrà a chiederlo ma finché c’è se lo vuole godere al massimo.

Dall’altra parte, invece, se c’è un giocatore costretto a giocare sempre quello è proprio Cristante. Per necessità e per virtù. Mou lo adora per dedizione, disponibilità e intelligenza tattica. «Un professionista esemplare», come ha detto pochi giorni fa. Che nella Roma risolve tanti problemi, ad iniziare da quelli difensivi. Quando infatti manca uno dei tre (perché i centrali sono solo tre…) c’è sempre Bryan pronto a fare uno sforzo in più.

Sei. Esattamente sei ammoniti che nella gara Salernitana-Bologna hanno attentato alle gambe di Alexis Saelemaekers. In Salernitana-Bologna, e nella prima vittoria esterna, il belga ex Milan ha fatto ammonire Tchaouna, Mazzocchi, Daniliuc, Gyomber, Kastanos e Dia, con quest’ultimo che sarebbe stato più da rosso diretto. Un record. Alexis ci ha messo un po’ a entrare nel sistema-Motta: ora, entrando spesso nel campo per alzare la qualità, fa la differenza.

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Nella Roma, invece, il fulcro del gioco è Leandro Paredes, uno che pensa in verticale, ma ha nella fase difensiva il suo tallone d’Achille. «Palla al piede lo amo», ha detto di lui Mou. Che poi, però, ha rimarcato anche le sue difficoltà nella fase di non possesso. Da quando c’è lui, però, la Roma ha finalmente un regista puro, assenza cronica nelle due precedenti annate. Se poi oltre che in verticale, Paredes corresse anche un po’ di più…

FOTO: Credit by Depositphotos.com

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