Josè Mourinho

AS ROMA NEWS REAL SOCIEDAD MOURINHO – Questione di facce. Chi la mette senza timore come Pellegrini («Sono il primo a sapere di non avere i numeri dello scorso anno ma l’impegno è sempre stato al 120%, spero di fare meglio») e chi, come Mourinho, abbozza un sorriso sornione quando gli viene comunicato come il tecnico della Real Sociedad, Alguacil, abbia preannunciato per questa sera una tempesta perfetta: «Ah sì? Fa il suo lavoro e lo fa bene, è un bravo allenatore nel comunicare con la sua gente. Ma noi non abbiamo paura. E potete stare certi che la tempesta dell’Anoeta caricherà anche noi. Se mi dite che devo affrontare la tempesta di Nazaré (in Portogallo, dove ci sono le onde più grandi del mondo per surfare, ndr) dico di no… Ma trovare una tempesta nello stadio, farà giocare meglio anche la Roma. È il campo che parla. L’unica volta che ho visto uno stadio segnare, è stato nel 2005 in semifinale con il Liverpool: il pallone non era entrato ma lo stadio ha fatto gol (il riferimento alla rete di Luis Garcia che eliminò il suo Chelsea, ndr)», riferisce Il Messaggero.

Se le parole valessero come gol, saremmo già 1-0, palla al centro. La situazione è comunque di vantaggio, vista la dote di due reti con la quale i giallorossi si presentano a San Sebastian. E benché la Champions sia il giardino di casa di José, anche in Europa League lo Special è comunque a suo agio. Il portoghese infatti ha perso solo due dei 16 incontri nella fase a eliminazione diretta nella competizione anche se le due ultime sconfitte sono arrivate proprio nelle ultime due trasferte affrontate in questa fase (Dinamo Zagabria-Tottenham 3-0 nel marzo 2021 e l’ultima a Salisburgo poi rimontata in casa).

In città già si respira aria di derby ma per Mou la stracittadina può attendere: «Con la Real è la prossima partita e quindi la più importante della stagione. Venerdì diventerà quella di domenica. Giocherà la squadra che nella mia analisi ci da più garanzie». Accenna soltanto al rientro di Ibañez ma a scendere in campo sarà la Roma che – con il rodaggio di Wijnaldum ancora da ultimare – nella sua testa è quella titolare.

Spazio quindi anche al Capitano che fa capire come il gruppo sia consapevole che a San Sebastian non sarà una passeggiata: «Alguacil ha parlato di tempesta, io parlo di battaglia e non ci spaventa farla. Quando siamo tutti insieme, compatti fisicamente e mentalmente, mi fido della mia squadra». Figuriamoci José che quando sente aria di coppa, si esalta. Lo fa molto meno invece quando gli ricordano le beghe arbitrali. Proprio per questo, dopo la conferma delle due giornate di squalifica, ieri la Roma (che tornerà in silenzio stampa in vista del campionato) ha deciso di bloccare sul nascere le inevitabili domande che sarebbero arrivate sulla questione, chiedendo ai giornalisti presenti di attenersi esclusivamente a quesiti sulla gara. Vicenda, quella con Marco Serra, che brucia ancora.

A tal proposito, ieri l’arbitro, quarto uomo a Cremona, è stato (ri)ascoltato dalla Procura Federale. All’uscita il legale del fischietto di Torino, Bordoni, ha ammesso come il suo assistito abbia capito «che il suo atteggiamento, tecnicamente ineccepibile, poteva essere frainteso e può aver fatto indispettire Mourinho. Mi piacerebbe – ha concluso il legale – che si concludesse con una stretta di mano tra due galantuomini». Al di là dell’augurio, il deferimento (per il quale è già stato notificato l’avviso) è dietro l’angolo.

Tornando al calcio giocato, sia il ritorno in Spagna che l’attesa che si respira nei suoi confronti non può lasciare indifferente José: «L’ultima volta che sono stato qui è stato con il Real Madrid. So chi sono e cosa ci aspetta. Ho molto rispetto per loro». Rispetto, sottolinea, non paura. Un concetto che ha già trasmesso al gruppo prima della partenza da Roma. Tra domenica e lunedì, il ko di Sassuolo è stato archiviato. Confrontandosi negli spogliatoi dell’Olimpico e il giorno dopo, poco prima della ripresa degli allenamenti. Laurienté e Berardi fanno parte ormai del passato. Milinkovic e Felipe Anderson del prossimo futuro. Il presente è questa sera all’Anoeta. E non bisogna sbagliare.



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