AS ROMA NEWS MOURINHO ALLEGRI – Se vincere è l’unica cosa che conta, José Mourinho e Massimiliano Allegri sono gli allenatori dell’attuale Serie A che più hanno onorato il comandamento tramandato da Giampiero Boniperti, scrive La Gazzetta dello Sport.
Trentanove titoli in due, 26 Mourinho e 13 Allegri. Sotto questo aspetto, Roma-Juve di stasera è il festival dei tecnici più vincenti. Il portoghese vanta il doppio esatto di successi rispetto al collega, ma la grande differenza è un’altra: Allegri ha vinto in Italia e basta, nessuna coppa internazionale. Ci è andato vicino nella prima esperienza alla Juve, per due volte è stato finalista di Champions, nel 2015 e nel 2017, ma è stato battuto, dal Barcellona e dal Real Madrid.
Mou si preso le tre coppe europee del nostro tempo: due Champions, una coppa Uefa, un’Europa League, ed è stato il primo a iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro della neonata Conference League, un anno fa con la Roma. Mourinho ha vinto ovunque abbia allenato, con l’eccezione del Benfica e dell’Uniao Leiria agli inizi e del Tottenham in anni più recenti.
Allegri ha vinto al Milan e alla Juve, i due grandi club che ha allenato. Mourinho ha rischiato di guardare dalla tribuna o dal pullman la partita di stasera, ieri la Corte sportiva d’appello ha sospeso le due giornate di squalifica comminate dal giudice sportivo per la lite di Cremona con il quarto uomo Marco Serra. Necessario un supplemento d’indagine per chiarire le zone d’ombra della vicenda. La nuova udienza è stata fissata per venerdì.
Mou e Allegri i profeti del risultatismo. «Se mi accomunano a Mou – ha detto ieri l’allenatore della Juve -, sono molto contento perché credo che abbia vinto 26 trofei, non pochi. A Roma ha fatto un ottimo lavoro, da qualche anno la squadra non lottava per entrare in Champions». Il dio risultato smuove l’uno e l’altro. Non importa loro il come, ma il che cosa.
Mou ha elevato il risultatismo a unità di misura: «La Roma ha grandissimi giocatori, ma finirà la stagione a zero tituli», disse da allenatore dell’Inter in polemica con Luciano Spalletti tecnico della Roma. Il suo «zero tituli» è diventato un mantra, un modo per zittire i “giochisti” con bacheca semivuota.
Allegri, a più riprese, si è allineato al mantra sui “tituli”. In materia, ecco il suo manifesto, esplicitato durante varie conferenze stampa: «Nella vita ci sono le categorie: ci sono i giocatori che vincono le Champions e i giocatori che le perdono, i giocatori che vincono i campionati e quelli che retrocedono, gli allenatori che vincono e quelli che non vincono. Se uno non vince mai, ci sarà un motivo. Quelli che vincono sono più bravi degli altri, piaccia o non piaccia. Quelli che perdono cosa vuoi che dicano?». Guai ai vinti, anzi ai perdenti. Chi vince è un bravo ragazzo e chi perde… completate voi la rima.
Sarà un caso, o forse no, ma Mourinho e Allegri condividono l’uso della linea difensiva a tre, indizio o prova di maggiore attenzione alla copertura. Gli archivi digitali dicono che il 3-4-2-1 sia stato il sistema di gioco più usato da Mourinho in carriera e che il 3-5-2 sia stato e sia l’assetto preferito da Allegri. Il difensivismo di Mou ha generato ricordi epici, tipo Barcellona-Inter, ritorno delle semifinali Champions 2010, con l’Inter in dieci asserragliata a difesa della qualificazione. La partita di Eto’o terzino aggiunto, un esempio di sacrificio e di dedizione alla causa.
Il difensivismo di Allegri è più sottile e sfumato, meno appariscente. L’allenatore della Juve lascia che i giochisti giochino, ma è raro che si rinchiuda. Per tutti e due vale il principio della prima mossa, da lasciare agli altri, ai “bianchi” se parlassimo di scacchi. Stasera ci aspettiamo un gioco di sguardi e di attese. Sia Mourinho sia Allegri cercheranno di creare le condizioni per la ripartenza perfetta, rapida e verticale, senza tanti giri di pallone.
Meglio avere un brutto carattere che non avere un carattere. Mourinho e Allegri condividono il gusto per la polemica. Frase cult di Mou: «Mi piace tanto il rumore dei nemici». Frase cult di Allegri: «Voi chiacchierate di niente, per me parlano i numeri». Roma e Juve si giocano un pezzo di qualificazione Champions. Allegri ieri: «La Champions con il meno 15 vale tre scudetti». Puro risultatismo.
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