Josè Mourinho

AS ROMA NEWS JUVENTUS MOURINHO – I muri dello Stadium, se potessero parlare, racconterebbero almeno due storie. La tenerezza nostalgica con cui tifosi e addetti della Juve hanno accolto Paulo Dybala e la furia costruttiva con cui José Mourinho ha ribaltato la Roma all’intervallo, scrive La Gazzetta dello Sport.

Cominciamo da qui, visto che persino uno come Matic, che nel calcio ha visto quasi tutto, a fine partita ammette: “L’allenatore è stato duro e questo ci ha fatto cambiare atteggiamento”. Ma cosa è successo? La sintesi, in fondo, potrebbe essere in queste due affermazioni davvero da Special One. La prima: “A fine partita ho detto ad Allegri che avevamo avuto culo nel primo tempo mentre nella ripresa avevamo fatto qualcosa di più”. La seconda: “Durante i primi 45 minuti ho detto al mio vice Foti di pregare perché finisse solo 1-0”.

Con queste premesse era ovvio che il portoghese all’intervallo piombasse sulla squadra per dire: “Mi vergogno per voi e mi vergogno di essere il vostro tecnico – il senso del discorso -. Abbiamo lo stesso atteggiamento mostrato nello scorso campionato a San Siro contro Inter e Milan. Non certo da grande squadra. Se non cambiamo testa, stavolta finisce male”. Poi è passato agli aggiustamenti tattici, chiedendo a Dybala di venire più al centro del campo “per dare un punto di riferimento alla manovra” e a Cristante un sacrificio maggiore.

Anche Abraham non si è salvato, basti pensare che – nonostante il gol segnato – Mou ha definito così la sua partita: “Orribile. Dopo ha esultato perché sapeva che nello spogliatoio sarei stato più simpatico di prima”. A fine gara, lo Special One conferma le critiche: “È stata una delle volte che la squadra mi ha fatto più arrabbiare, ma ero fiducioso sul fatto che fossero preparati per intervenire”.

Il discorso tattico lo cancella: “Che c’entra la tattica se perdevamo sempre palla dopo due passaggi o se Vlahovic segna subito? I miei difensori sono stati vittime di un gioco orribile. Certo, senza Wijnaldum e Zaniolo non avevamo molte soluzioni offensive, per la ripresa abbiamo meritato di vincere 1-0 e per poco non vincevamo la partita. Comunque non voglio dire che il pareggio è meritato perché sarebbe dare alla Roma un valore che all’inizio non abbiamo avuto. I miei voti sono chiari: il migliore in campo l’arbitro Irrati, poi la Juve per 55 minuti e infine noi per 35. Ho cercato di essere il più onesto possibile. Potevo venire qui a fare il fenomeno e dire che abbiamo cambiato nel secondo tempo e siamo stati bravissimi, ma non sono io. Dobbiamo crescere, aspettando che arrivi gente importante anche per la panchina”.

La seconda storia è quella di Dybala. Mentre Mou si è preso la sua solita dose d’insulti, la Joya si è accorta come il tifo juventino non lo ha dimenticato. “Dybala sotto la Curva”, hanno cantato gli ultrà della Juve prima della partita. “Per sempre Joya” e “Paulo mi manchi”, si è letto su tanti striscioni. Non erano poche neppure le maglie bianconere col numero 10 – quella di Paulo – che indicavano nostalgia canaglia. Così non sorprende che all’annuncio delle formazioni e alla sostituzione ci sia stata un’ovazione congiunta per l’argentino, che a fine partita ha scambiato la maglia con Vlahovic e scherzando gli dice: “Quella che hai segnato sono le mie punizioni”.

Per il resto, sono abbracci con tutti e tanta commozione repressa, con Mou che lo benedice così: “Paulo era frastornato dalla Roma, non da dall’ambiente. Lui fa sempre la differenza. Bastava che mettesse un piede in area e si sentiva la paura di tutto lo stadio”. Al momento della sostituzione Abraham gli ha mandato un bacio e, visto l’assist (il 50° in A), ha scritto sui social: “I love you Bro”. Più compassato il post dell’argentino: “Un punto importante in uno stadio difficile. Daje Roma”.



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