AS ROMA NEWS DERBY MOURINHO – Sbrigativo ma calmo. Parecchio tagliente, soprattutto su Zeman, ma in definitiva sereno alla vigilia del secondo derby romano. «Ne ho giocati tanti, quasi cento, in tante città, e sono tutti uguali, perché per i tifosi contano tantissimo, scrive il Corriere dello Sport.
L’emozione è quella che si prova per una partita diversa» racconta Josè Mourinho, che però in cuor suo spera di evitare la seconda sconfitta contro la Lazio: l’ultimo allenatore ad aver perso i primi due derby sulla panchina della Roma è stato Luis Enrique, che scappò a gambe levate da Trigoria dopo la prima stagione del ciclo americano.
Mourinho se non altro ha le spalle larghe. E l’esperienza per nascondere a Sarri la strategia che ha in mente: «Non vi dico che Roma sarà. Vi dico solo che Roma voglio: una Roma vincente». Lapalissiano ma anche indicativo di una tendenza. Non c’è alcuna voglia di attaccarsi all’alibi della stanchezza per la fatica di coppa.
Si va in campo e si prova a ottenere il massimo, fino all’ultimo, anche oltre il novantesimo come è successo spesso nelle ultime settimane: «La mia squadra sta dimostrando di esserci sempre. E questo ogni volta mi fa pensare che la Roma possa raggiungere un risultato positivo: se stiamo pareggiando possiamo vincere, se stiamo perdendo possiamo pareggiare. E poi quando siamo in vantaggio siamo bravi a resistere. E’ una qualità che mi piace molto in un gruppo che ha dei limiti. Anche nel derby d’andata, quando eravamo sotto 3-2, ho visto la Roma tentare fino all’ultimo di cambiare la storia della partita».
Secondo Zeman la Lazio è favorita mentre la Roma ha deluso le aspettative. La replica salace di Mourinho non si fa attendere: «Figuratevi se un allenatore che ha vinto 25 titoli può rispondere a un allenatore che ha vinto al massimo due campionati di Serie B. Potrei rispondere a Trapattoni, a Capello, ma a Zeman… Andiamo avanti dai, per favore».
Non si volta indietro, Mourinho, neppure quando ripensa a Pedro, che nella Lazio si è adattato bene e ha segnato un gol molto importante all’andata: «Sono contento per lui se sta facendo cose buone. Sul perché abbia lasciato alla Roma non voglio rispondere, magari lo farà il direttore Tiago Pinto». Ma è chiaro che la decisione di liberarlo a parametro zero non è dipesa da una questione puramente tecnica.
Ormai il passato non conta. E’ molto più importante godersi lo spettacolo di un Olimpico pieno, per la prima volta in un derby dall’inizio della pandemia, per restare nella zona euro: «Questo fa piacere per la gente, sia della Roma che della Lazio. Un derby a porte chiuse non è altrettanto affascinante, anzi direi proprio che non si può definire derby. Ora possiamo godercelo appieno. Per quanto mi riguarda è fantastico sentire l’affetto della gente, l’ho percepito da prima che arrivassi a Roma. Non avevo mai trovato un ambiente in cui i tifosi mi riversassero addosso così tanto amore senza che io avessi mai fatto nulla per loro. I romanisti sono gente dal cuore speciale e io proverò a farli felici».
Con un romanista in campo, Lorenzo Pellegrini, sarà più facile: «Sta bene, anche se ha avuto la febbre. Magari non è al duecento per cento ma ha la testa e le gambe per giocare. Non è un bluff, sarà in campo».
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