AS ROMA NEWS BODO/GLIMT MOURINHO – Se la sarebbe risparmiata, José Mourinho, tutta questa carica emotiva, questa elettricità anche un po’ esagerata. O lui stesso, forse, l’ha cavalcata per far sembrare Roma-Bodø un quarto di finale di Champions League e non solo di Conference, scrive Il Messaggero.
Stasera i giallorossi si giocano un bel pezzo della stagione, un dentro o fuori che stringe il cuore, che richiama il popolo tifoso come nei grandi eventi, sul palcoscenico dell’Olimpico è ancora sold out. José la sente, ma la pressione non lo spaventa: se la prende lui e la toglie ai suoi. Ha il compito e la responsabilità di vincere, per essere il primo ad alzare un trofeo appena nato e il primo (dopo di lui) a riportare una coppa europea in Italia. Già solo questo basta e avanza per dare un senso alla sua serata, in più mettiamoci il pregresso tecnico e il Bodø magicamente non è più una squadra come le altre per la Roma, per Mourinho.
Una sensazione figlia delle recenti partite, tre, che la Roma non è riuscita a vincere, due sconfitte (una il famoso 6-1 in Norvegia) e un pari, con dieci reti subite e quattro segnate. Tra Bodø e Roma è pure finita in rissa («un brutto episodio fuori dal contesto, noi abbiamo sempre mostrato fairplay», le parole di Mou) dopo il quarto di andata e stasera il clima non sarà proprio sereno. E ci mancava poi, per accendere ancora di più la vigilia, la scelta della squadra norvegese di andarsi ad allenare a Formello, rendendo questo ritorno dei quarti di Conference un derby. E Mou non certo appare spaventato, anzi, queste sono le sue partite. Che non si vincono certo con gli slogan, ma con qualche palla buttata nella porta avversaria e la Roma, contro il Bodø ha sempre faticato.
«Noi vogliamo giocare a calcio, e anche loro, noi vogliamo andare in semifinale e sicuramente pure loro. Mi aspetto una grande partita con un vantaggio per noi: lo stadio, con la nostra gente, che può avere un ruolo nella motivazione della squadra. Vogliamo giocare a pallone come abbiamo fatto, anche in quella persa per sei a uno. Mi aspetto sono la partita di calcio. Che vinca il più bravo e sono convinto che i più bravi siamo noi».
Questo il suo migliore slogan. E’ grande il senso di responsabilità, visto che la Roma è chiamata a ribaltare il 2-1 dell’andata davanti a 65 mila persone. «Mi faceva effetto anche quando c’era una capienza ridotta. Apprezzo la passione della gente per il club che alleno, per questo diventano miei club e per loro sono totalmente coinvolto. Non stiamo giocando per vincere lo scudetto in campionato, la gente viene per passione. Qui non si vince spesso, quindi è passione pura. Purtroppo non gioco, non sono lì dentro. Per me è una responsabilità e i giocatori devono sentirla. Abbiamo allenato anche i rigori, ma non ci voglio andare. Cercheremo di vincere nei novanta minuti».
La pensa allo stesso modo un altro vincente della squadra, Mkhitaryan. «Ovunque io sia andato ho voluto vincere e lasciare il mio nome, è una mia ambizione: non gioco solo per divertirmi, solo i successi rimangono. Il contratto, c’è tempo». Formazione: dovrebbe essere quella del derby, Zaniolo corre per un posto in prima fila. Al posto di Oliveira.
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