AS ROMA NEWS MILAN MOURINHO – Magari per fare risultato oggi gli servirà davvero la bacchetta magica, considerando anche i 9 assenti con cui si presenterà a San Siro, di fatto quasi una squadra intera. Ieri José Mourinho ci ha scherzato anche su, «qualcuno pensa che sia José Harry Mourinho Potter, l’allenatore della Roma che alza le aspettative», parlando della differenza di organico che esiste tra i giallorossi e le squadre che lottano per la Champions League, scrive La Gazzetta dello Sport.
E allora la magia servirà davvero stasera, nonostante contro il Milan il tecnico portoghese non potrà essere in panchina, colpa dell’ennesima squalifica della sua avventura romana. Pazienza, anche se poi quella di stasera è davvero una partita chiave. Se non da dentro o fuori, quasi, considerando che in caso di sconfitta la Roma sarebbe addirittura nona, superata anche dal Napoli (ieri vittorioso contro la Salernitana, proprio in extremis). Insomma, Mou si gioca un bella fetta di futuro, ma anche di considerazione.
Per la prima volta, infatti, subito dopo il derby di Coppa Italia si sono avvertite le prime distanze tra tecnico e tifoseria. Non solo i fischi dello stadio, non solo l’hashtag di tendenza su X #mourinhoout, ma anche i tanti malumori espressi via social o nelle radio. La cortina di ferro intorno a Mou inizia a mostrare qualche crepa.
Soluzioni? Vincere. E risalire in classifica. Solo i risultati possono curare le ferite. «Da 23 anni conosco solo un modo per ripartire, pensare subito alla prossima partita. Nonostante tutte le nostre difficoltà che sanno tutti, anche il Milan…». Già, il Milan, una delle squadre che quest’anno l’ha annichilito, nella sfida di andata. «È una squadra che gioca per lo scudetto, anche se la distanza con Inter e Juve non sembra colmabile – continua Mou –, ma è un gruppo costruito per quello».
E allora Mou si aspetta un cambio di rotta da parte di più di qualcuno. «Contro la Lazio abbiamo giocato bene di squadra, ma sono rimasto deluso a livello individuale. Ne abbiamo parlato tra di noi, anche in modo duro e diretto. C’è gente che deve dare di più, anche se poi non mi posso permettere di dire a qualcuno “da oggi non giochi più, gioca quell’altro”, perché altrimenti chiuderemmo la stagione in 15 o in 16…». Il che vuol dire che i giocatori sotto esame sono parecchi. Tra questi sicuramente Karsdorp e Spinazzola, con Mou che per stasera – a destra – sta pensando a una “gabbia” per Leao, con Kristensen pronto allo scontro fisico e Celik al raddoppio costante.
Ma, è evidente, il peso maggiore sarà l’assenza di Dybala, che dovrebbe tornare a disposizione sabato prossimo, contro il Verona. «A chi non capisce che la Roma senza Paulo è un’altra cosa non so proprio cosa dire – chiude Mou –. Trovare soluzioni per giocare senza di lui non è facile come per altri: Guardiola se non ha Haaland ha Alvarez, Pochettino se non gioca Sterling ha Mudryk, Klopp se non c’è Diaz schiera Jota o Nunez. Noi invece abbiamo il settlement agreement e abbiamo fatto sforzi economici per tenere Smalling o prendere Sanches. Ma Smalling o Sanches non li abbiamo…».
Di fatto, non proprio una carezza al gm dimissionario Tiago Pinto, a cui poi Mou dedica indirettamente un altro pensiero: «Da inizio anno abbiamo avuto due momenti difficili: le prime tre gare in cui la squadra non c’era e abbiamo fatto un solo punto in tre partite e adesso, che abbiamo tantissime assenze. Nonostante questo siamo a soli 4 punti dalla Champions». Già, anche se poi ora è il momento della svolta. E un ko a San Siro agiterebbe le acque.
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