AS ROMA NEWS BAYER LEVERKUSEN MOURINHO – Avete mai sentito parlare del traffico tedesco? Se la risposta è no, significa che non siete mai capitati in Renania nell’ora di punta. Un inferno, di cantieri e autoveicoli. La Roma se ne è accorta sulla sua pelle alla vigilia della partita che può regalarle un risultato storico, cioè la seconda finale europea consecutiva, scrive il Corriere dello Sport.
Atterrata in orario a Colonia, la squadra ha impiegato un’ora a raggiungere l’albergo. Ancora peggio è andata a José Mourinho, che è passato per la BayArena insieme a Matic. Ma l’aria è frizzante, c’era anche un bel sole a illuminare lo stadio e la maglia di Ulf Kirsten, bomber storico del Leverkusen, custodita nel corridoio che porta verso il campo.
Mourinho insomma non ha un motivo per perdere il buon umore, dopo aver perso tempo sull’autostrada, tanto più che sul più bello vede la panchina riempirsi: anche Smalling ed El Shaarawy, oltre a Dybala, possono dargli una mano in caso di necessità. «Sono tutti disponibili – precisa, accarezzando dolcemente il microfono – devo solo capire quanti minuti possano garantire. Questa partita è come un puzzle, ogni incastro va valutato bene».
Di futuro non parla («Conta solo il Bayer, il focus è qui») nonostante le insistenti voci sul Psg, ma si concede una digressione etica: «La Roma gioca la partita numero 14 in Europa League e deve affrontare tre semifinaliste che hanno studiato i propri investimenti per partecipare alla Champions. Se portassimo a casa la coppa, il risultato avrebbe più valore per noi. Ma il pragmatismo dei numeri dice che abbiamo solo il 25 per cento di possibilità di festeggiare a Budapest. E il 50 per cento di andare in finale. È così che ragiono io». Il vantaggio maturato all’andata è prezioso: «Ma dobbiamo rispettare il Leverkusen. L’ho spiegato alla squadra, siamo solo alla fine del primo tempo. E il secondo può essere molto lungo, perché esiste l’ipotesi di finire ai rigori o ai supplementari».
Per Mourinho sarebbe la sesta finale in una coppa internazionale, non contando le supercoppe. Ma la sua attenzione è rivolta ad altro: «Spero tanto di poter arrivare a Budapest. Anche con il Porto riuscii a raggiungere due finali consecutive. Ma non mi interessa per la gloria personale: nel tempo sono diventato meno egoista. Lo vorrei per i nostri tifosi, che sono assolutamente straordinari. E per i miei ragazzi, un gruppo incredibile che ha saputo ottenere grandi risultati tra mille difficoltà».
I bookmaker indicano la Roma come la favorita per la conquista della coppa. Mourinho su questo tema si fa serissimo: «Non mi intendo di scommesse, ma conosco il calcio. Non mi sento favorito per niente. Proveremo ad andare avanti, dopo un percorso molto complicato: non è da tutti eliminare il Salisburgo che veniva dalla Champions, la Real Sociedad che è qualificata per la prossima, il Feyenoord che ha già vinto il titolo olandese. Siamo stati bravi, speriamo di continuare». Senza alzare barricate: «Difendere un gol per 90 minuti è dura. Sarà importante anche tenere la palla e possibilmente segnare. Ci sarà da soffrire. Fossimo all’Olimpico, il nostro habitat naturale, sarebbe più facile. Ma la squadra ha lo spirito che serve».
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