ULTIME NOTIZIE AS ROMA BODO/GLIMT MOURINHO – Lui e la Roma da una parte, il resto del mondo dall’altra. E fuori dal suo di mondo, dove bisogna stringersi e compattarsi. José Mourinho da qualche settimana ha deciso di alzare l’asticella e anche un po’ il tiro, non appena si è reso conto che le difficoltà stavano aumentando, complice anche qualche sconfitta di troppo, scrive La Gazzetta dello Sport.
Del resto, ha sempre fatto così e spesso e volentieri i risultati gli hanno dato ragione. Le sue battaglie sono iniziate pure a Roma. Messaggi alla Lega (con la questione dell’inno), agli arbitri e alla stampa, anche alla società, da cui si aspetta una mano a gennaio. Insomma, è di nuovo Mou contro tutti, per costruire il fortino a protezione della Roma. Proprio mentre stasera andrà a caccia di una vittoria con il Bodo che gli ridia il primo posto nel girone di Conference e cancelli l’onta più grave della sua carriera, il 6-1 dell’andata.
Ieri Mou non ha voluto rispondere a domande sul campionato italiano (tranne poi farlo più avanti) o sugli arbitri: «Parlo solo del Bodo e della Conference». Poi, però, nel pomeriggio ha postato una doppia foto su Instagram (che trovate sotto) con cui ha parlato eccome, pungendo ancora una volta gli arbitri. Da quando è tornato in Italia, ha avuto da ridire con le giacchette nere in 4 partite: Udinese (espulsione di Pellegrini), Lazio (mancato rigore su Zaniolo), Juventus (gol non concesso ad Abraham e rigore di Veretout non ripetuto) e Milan (rigore concesso ad Ibra e non a Pellegrini).
Sempre con atteggiamenti forti, che ai vertici arbitrali piacciono poco. Fino al «non parlo altrimenti mi squalificano» di domenica. Un cliché già usato con Chelsea, Inter, Real Madrid e Manchester United. Fa parte della strategia, del volersi creare intorno un mondo di nemici per sentirsi più forti dentro, nel gruppo.
Ed in questo progetto non poteva mancare la polemica con la stampa. Incensata dopo il derby (quando litigò con i delegati della Lega, «voglio parlare con i giornalisti, non rispettate il loro lavoro»), cattiva pochi giorni fa. «Ho capito perché Roma è la piazza più difficile, qui si cerca sempre l’aspetto negativo. Perché non si sottolinea che abbiamo 6-7 giovani in panchina?».
Perché è stato lui stesso a lamentarsene in precedenza, quando sottolineava la mancanza di alternative valide in certi ruoli. Quelli che si aspetta che Tiago Pinto riesca a coprire presto (pure la scelta degli epurati è un messaggio ben chiaro: attenzione, però, oggi potrebbero tornare in panchina). Il club è con Mou, considerato quasi una musa ispiratrice. Tanto che anche nel comunicato contro il razzismo di martedì la Roma ha condannato ogni forma di discriminazione, facendo però intendere tra le righe come non sia d’accordo con la squalifica (sospensione) della curva per i cori a Ibrahimovic.
In tutto ciò, stasera si gioca. «Vogliamo vincere e finire primi nel girone – dice Mou – Di certo non ci si può dimenticare di ciò che è successo in Norvegia. Lì abbiamo perso come squadra, ora vogliamo vincere come squadra». Poi alcuni pensieri sparsi. Su Abraham: «Viene da un altro calcio. Non è in un momento speciale, ma è un grande giocatore. Abbiamo fiducia in lui, tornerà a giocare bene ed a segnare».
Poi Zaniolo: «Fisicamente sta bene, deve migliorare su alcuni dettagli tattici, ci sono delle cose che deve imparare, ma è normale visto che ha perso due anni di carriera». Infine Felix, che stasera non ci sarà: «Ha delle qualità che noi non abbiamo, come il volere la palla nello spazio. È un ragazzino, non un giocatore fatto. Ma dobbiamo lavorarci su».
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