AS ROMA NEWS MOURINHO – José Mourinho, nella sua lunga e vincente carriera, ha quasi sempre giocato con la difesa a 4. Aveva iniziato così anche alla Roma, passando poi alla linea a 3 “perché ho capito che in questo modo i giocatori si sentono più sicuri”. Ascoltare i propri giocatori è un dovere per ogni allenatore. Le decisioni finali, però, devono essere sempre e solo dello staff tecnico, scrive il Corriere della Sera.
C’è da credere, dunque, che il 3-4-2-1 sia considerato da Mourinho il migliore dei moduli possibili per questa Roma. In questo senso, la perdita di Wijnaldum ancor prima che iniziasse il campionato è stata molto pesante: l’olandese sarebbe stato un centro di gravità permanente in un ipotetico 4-3-3. Con i se e con i ma, però, non si vincono le partite.
C’è un dato particolarmente strano e preoccupante nella classifica della Roma che, viste le posizioni fluide, è al di sotto delle aspettative ma non disastrosa. È quello della differenza reti. La Roma ne ha segnate 16: poche, sono la metà di quelle del Napoli e valgono il nono attacco del campionato, dietro anche alla Salernitana. E ne ha subite 12: quinta difesa del torneo, 5 più della Juventus, 4 più della Lazio, 2 più di Napoli e Atalanta. Il +4 in differenza reti è deficitario. In ordine di classifica: il Napoli è a +22, il Milan a +13, la Lazio a +17, l’Atalanta a +9, la Juventus a +13. Persino Inter (+6) e Udinese (+8), che sono dietro alla Roma in graduatoria, hanno un differenziale reti fatte/subite migliore.
Viene da chiedersi, allora, se il gioco vale la candela. La Roma segna poco (e domenica, al contrario di altre partite ha anche creato poco) ma non compensa con una difesa impenetrabile. Nessuno dei tre difensori centrali titolari – Mancini, Smalling e Ibanez – ha particolari doti di impostazione o piedi raffinati. Per far partire pulita l’azione si abbassano Cristante o Matic, portando così a quattro i giocatori molto lontani dalla porta avversaria.
Luis Enrique chiedeva questo lavoro a De Rossi, ma in mezzo a due centrali e con i laterali che si alzavano. Liedholm, addirittura, aveva arretrato Di Bartolomei, regia pura compensata della velocità di Vierchowod nei recuperi. In Kumbulla, possibile riserva, c’è così poca fiducia che prima Vina e poi Celik sono stati adattati in quel ruolo all’occorrenza. In compenso, soluzioni per giocare da terzino nella linea a quattro non mancano.
Perché, allora, non ritornare alla difesa a 4, guadagnando un uomo a centrocampo? La risposta la può dare soltanto Mourinho. È vero che con l’assetto attuale la Roma ha vinto la Conference League, riportando nella Capitale un trofeo che mancava da troppo tempo, però ogni anno bisogna alzare l’asticella. E il coraggio a Mou non è mai mancato.
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