Josè Mourinho

AS ROMA NEWS LECCE MOURINHO – Ha visto le streghe, pensato ai momenti peggiori, immaginato una settimana di sofferenza con vista sul derby. Ed invece Azmoun e Lukaku gli hanno cambiato la vita, almeno quella di questi giorni, con Mourinho che a fine partita ha un volto teso, tirato, ma molto meno sofferente di quello che sarebbe potuto essere e non è stato, scrive La Gazzetta dello Sport.

«È stata una gara pazza, che per fortuna abbiamo vinto – dice l’allenatore portoghese –. Alla fine abbiamo rischiato il tutto per tutto, come negli anni Sessanta, perdere 1-0 o 10-0 sarebbe stato lo stesso. Loro potevano raddoppiare, ma noi abbiamo questi tifosi che ci hanno aiutato a vincere. In tutte le squadre che ho allenato non ho mai trovato una passione del genere, non è normale vederli tifare anche ad un soffio dalla sconfitta. L’abbiamo portata a casa con cuore, mentalità e tifosi».

Già, ma intanto a deciderla è stata proprio l’uomo che l’aveva complicata all’inizio, Romelu Lukaku (6 gol nelle prime 9 partite, tra gli esordienti in giallorosso meglio ha fatto solo Batistuta). «L’ha tirato lui perché Dybala se calcia da fermo soffre ancora un po’ con il legamento. Per Romelu è il primo rigore sbagliato in Italia, ma sbaglia solo chi tira. Lui se sbaglia soffre, è un ragazzo che vive di emozioni, ha un grande cuore. Aver segnato il gol della vittoria lo farà dormire meglio e sorridere».

Come lui, Mou, ha sorriso nel vedere la partita di Dybala. «Non avrei mai immaginato che potesse restare in campo per 97 minuti – dice – Lo ha fatto per aiutarci fino alla fine. Nel primo tempo ha fatto cose bellissime, è molto importante per noi. A Praga non lo voglio portare, ma lui vuole giocare anche lì».

Dopo Praga, però, ci sarà il derby. «Mi aspetto la Lazio di sempre, una squadra con molta esperienza, che sa gestire le partite – chiude Mou -. Ma anche una Lazio che avrà un vantaggio di 48 ore, perché giocano il martedì e noi il giovedì. Ma stavolta senza polemiche con la Lega, stavolta lo dico in pace. Per fortuna Spinazzola e Pellegrini sono più vicini al rientro. Smalling? Lui no, è più lontano, lo vedo più difficile. Ed è una cosa che ci crea difficoltà».



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