AS ROMA NEWS MOURINHO FRIEDKIN – Nella vita ci sono i matrimoni d’amore e quelli d’interesse. Se però si è degli Special One, qualche volta si riesce anche a combinare i due aspetti in maniera vincente. È quello che sta tentando di fare José Mourinho, dopo che la finale di Europa League persa col Siviglia lo ha condannato a una stagione da “zero tituli”, scrive La Gazzetta dello Sport.
Le parole pronunciate sul prato e nel ventre dello stadio di Budapest e la notte insonne e furiosa trascorsa coi suoi fedelissimi racchiudono, infatti, tutte le possibili sfumature del suo pensiero, comprese le tentazioni sotto traccia del Psg (in cui il d.s. Campos lavora per portarlo) e dal Real Madrid (in cui comanda il presidente Florentino Perez, al quale è legato). Ecco, dal momento che i canti delle sirene non possono essere esplicitati perché ancora troppo timidi, è per questo che l’opzione Roma resta la più forte, anche alla luce di un contratto da 8 milioni di euro fino al 2024.
Sotto questo punto di vista, l’aspetto emozionale è vivido. Dal saluto al popolo giallorosso in lacrime dopo la partita, al discorso fatto alla squadra, l’empatia è stata esplicita. «Io resto qua per voi, sto qua e basta». Il problema è che l’interlocutore non era la società ma i giocatori, che prima della partita lo avevano sollecitato. Una volta che le frasi sono diventate di pubblico dominio, si è capito come il nuovo matrimonio d’amore sarebbe “solo” con i tifosi e i giocatori, mentre quello d’interesse sarebbe con la proprietà.
Il diktat, d’altronde, è apparso chiaro: «La squadra merita di più e io merito di più». Ma che cosa vuole Mourinho? Una rosa più strutturata con 22-24 giocatori di pari valore e, come ha specificato, qualcuno che combatta alcune battaglie – prima fra tutte quelle arbitrali – senza farlo esporre. A tal proposito ieri sera il Gm Tiago Pinto ha spiegato la linea del club: «La Roma non mette in discussione i meriti del Siviglia, ma la direzione di gara non è stata equilibrata Il rigore di Fernando è sotto gli occhi di tutti, ma la nostra frustrazione nasce anche da altre situazioni. Matic viene ammonito per un contatto accidentale e con questo metro la gomitata di Lamela era da espulsione. E invece è stato graziato più volte, anche dal secondo giallo. La condotta arbitrale non è stata all’altezza di una finale».
Mou comunque ancora una volta è stato in prima linea. «Sono stanco di dover fare tutto io». Come ad esempio gridare più volte all’arbitro Taylor – nel garage della Puskas Arena – la frase: «You are a f… disgrace», non placato neppure dal designatore Rosetti, cosa che lo espone al rischio squalifica. Ma le proteste arbitrali sono quanto di più lontano c’è dallo spirito dello sport Usa, così come è un mantra il fatto che i bilanci debbano essere sani. E per ora la Roma ancora non sa se giocherà l’Europa League o la Conference. Perciò sulla stagione le valutazioni sono diverse. Quella che nell’estate scorsa era stato santificata dagli addetti ai lavori come ottima campagna acquisti, dal tecnico è stata bollata come “mercatino”: «Non siamo da Champions». Sul fronte arrivi, allora, basterebbero a José gli svincolati Aouar (Lione), Tielemans (Leicester) e N’Dicka (Eintracht)? Difficile.
Poi c’è anche l’aspetto dei tempi. È da gennaio che il portoghese chiede un incontro con i Friedkin, ma finora la richiesta non è stata esaudita. Perciò l’altro ultimatum di Mou riguarda i tempi: «E’ venuto il momento di parlarci, ma io da lunedì andrò in ferie». Come a sottolineare: serve incontrarci subito. Logico che, se si dovesse arrivare a una separazione, non si può perdere tempo perché il club avrebbe bisogno di scegliere un sostituto, ma la palla adesso è nel campo dei Friedkin che ritengono che un contratto in essere abbia valore.
Dall’altra parte, Mou ha già ricordato come «nel calcio i contratti valgono quello che valgono». Morale: dopo i colloqui informali del post-partita, oggi o domani potrebbe esserci un incontro. Non è esclusa una doppia ipotesi: che lo Special One chieda un prolungamento (per avere più potere) oppure addirittura la rescissione (per un anno sabbatico in cerca di big). Se poi a bussare fossero Psg o Real, la separazione arriverebbe subito. Ma la Roma, per ora, ha la priorità.
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