Tammy Abraham

AS ROMA NEWS REAL SOCIEDAD ABRAHAM – Il cuore c’è, le gambe stanno arrivando, il “killer instinct”, invece, finora fa soffrire di nostalgia. Volendo utilizzare tre istantanee, è questo il momento che Tammy Abraham sta attraversando, scrive La Gazzetta dello Sport.

Se le cifre stanno inchiodando il centravanti inglese a un rendimento assai inferiore rispetto alla scorsa stagione anche solo parametrata allo stesso numero di partite – come il grafico accanto fa ben comprendere – i tifosi della Roma sono ugualmente autorizzati all’ottimismo, visto che agli attaccanti di razza basta un clic per ritrovare il tempo perduto. Altrimenti, come accade nel calcio, il divorzio è sempre possibile.

Ma la speranza è che stasera contro la Real Sociedad, in una Europa League da vetrina – e a 40 anni dalla nascita di quel «Grazie Roma» di Venditti che si ascolta all’Olimpico dopo ogni vittoria – Abraham ritrovi il vento nelle vele dei giorni migliori. In ogni caso, anche se le cifre dell’andata segnano un chiaro rallentamento rispetto a un anno fa, il 2023 ha fatto registrare dei segnali di progresso che nessuno sottovaluta, men che meno José Mourinho, che ha voluto la squadra a dormire a Trigoria.

«C’è solo un Abraham che mi interessa, cioè il calciatore che gioca per la squadra. Era lo stesso che era in panchina nell’ultima partita e che ha festeggiato il gol sotto la curva come se avesse segnato lui. Questo è ciò di cui abbiamo bisogno. Certo, può fare più gol, arrivare ai numeri dell’anno scorso ma per noi è importante il suo contributo alla squadra. Nei minuti che ha giocato nell’ultima ha fatto molto bene. Lui e Belotti stanno crescendo. Quello che fa un attaccante ha un rapporto diretto con quello che fa la squadra. Contro la Real Sociedad mi aspetto una grande partita da loro. Gol, non gol, numeri o meno numeri: non mi interessano. Questa è stata una settimana unica nella sua vita di Tammy, gli è nato il primo figlio. Una gioia molto grande, che ha fatto aumentare la sua voglia di giocare e segnare per noi. Se lui e Belotti lavorano bene per la squadra, per me è sufficiente». Tutto vero, ma qualche gol in più certamente non guasterebbe, soprattutto in una partita come quella dell’Olimpico in cui potrebbe decidersi il destino europeo stagionale dei giallorossi.

Occhio però agli indizi. Lo Special One, senza nessuna sollecitazione, ha parlato anche dell’ex centravanti granata. Come mai? Visto che mancherà Ibanez per squalifica, lascia a galleggiare anche l’ipotesi del ritorno a una difesa a quattro. «Potremmo giocare anche colo due difensori centrali, e in questo caso Abraham e Belotti giocherebbero insieme». Vero? Sulla carta è possibile, ma ci sembra difficile che l’allenatore portoghese modifichi così radicalmente il volto della squadra proprio in una partita così delicata, quando tutti i meccanismi devono funzionare alla perfezione.

Santificato ancora una volta Dybala («è un ragazzo e un giocatore fantastico»), per Mourinho il problema della Roma è di mentalità. «Il dna dei calciatori non puoi mai cambiarlo. C’è un aspetto mentale, cioè quello di essere capaci di giocare ogni partita con quella pressione utile a vincere, pensando che altrimenti fallisci gli obiettivi di squadra. Le ultime classifiche finali della Roma non aiutano perché sono del tipo che non ti aiutano a vivere con la pressione. Arrivando sesti o settimi, il corpo e la mente si abituano a questo, si abituano alla tranquillità di non sentire la pressione, ma siamo in evoluzione. Nelle partite contro le grandi, ad esempio, siamo cresciuti dal punto di vista mentale. Nella continuità di sapere che in una settimana dobbiamo vincere tre partite, invece facciamo fatica».

Proprio per questo nella seconda parte della stagione serve la migliore versione di Abraham, altrimenti le strade tra lui e la Roma si potrebbero anche dividere. Con un club che deve fare plusvalenze, non è un mistero che dalla Premier League potrebbero arrivare proposte convenienti, con Everton e Aston Villa in prima fila. Prezzo fissato: 75 milioni. Per ora. Perché se tornasse il vero Abraham tutto potrebbe succedere.



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