AS ROMA NEWS MOURINHO DERBY – Né possesso palla né contropiede. La parola d’ordine è un’altra: vincere. Senza se e senza ma. «La Roma che mi piace di più è quella che vince e contro la Lazio voglio una Roma che vince».
José Mourinho riduce il derby all’estrema sintesi, tanto più dopo la sconfitta nella partita di andata che non gli è andata giù per risultato, arbitraggio e atteggiamento della Lazio, che secondo lui giocò da «piccola squadra». Piccola o grande, però, vincente ed è questo che, per un «risultatista» come lo Special One è e resta il vero problema, scrive il Corriere della Sera.
Con Sarri se l’è cavata con una battuta dopo la partita contro il Vitesse («Noi abbiamo faticato, i laziali stavano a riposo a fumare con Maurizio»), con Zeman va invece sul pesante: «Zeman dice che la Lazio è favorita? Non potete aspettarvi che risponda. Io sono un tecnico con 25 titoli, lui con due campionati di serie B. Se mi fate una domanda in relazione a Trapattoni o Capello posso rispondere, su Zeman no». Come se la libertà di opinione fosse legata ai risultati.
Il miele è riservato solo ai tifosi della Roma: «Quando gioco un derby non lo faccio pensando a me stesso, ma a quelli che lo hanno nel sangue fin da quando sono nati, cioè i tifosi. Non ti devi mettere nella posizione da allenatore ma nella prospettiva di chi è più importante, cioè il tifoso. Per questo non posso scegliere il derby più importante tra tutti quelli che ho vissuto. Ora è questo e lo gioco per i tifosi della Roma che mi hanno dato il loro affetto ancor prima che arrivassi. Di solito ti devi guadagnare l’affetto con tanto lavoro, dando tutto te stesso per meritarlo. Con la Roma, invece, è stato diverso. È gente con un cuore speciale, che sa dare ancor prima di ricevere qualcosa in cambio».
Un dribbling su Pedro, il grande ex: «Non racconto la storia perché se qualcuno deve farlo è Tiago Pinto. Se Pedro ha fatto 9 gol, benissimo per lui e per la Lazio». Un assist per i giocatori che oggi pomeriggio dovranno cancellare la sconfitta dell’andata: «La nostra squadra ha le sue caratteristiche e sicuramente ha anche dei limiti ma una cosa non è mai mancata: la voglia di lottare fino all’ultimo minuto. Nemmeno contro la Juve, quando siamo passati da 3-1 a 3-4, negli ultimi minuti potevamo pareggiare. La Roma ha una caratteristica che mi fa pensare che un risultato migliore è sempre possibile: fino alla fine, la squadra c’è sempre».
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