Josè Mourinho

AS ROMA NEWS FEYENOORD MOURINHO – Nella notte più intensa della stagione, la Roma si affida all’Olimpico più ricco di sempre. Tutto esaurito, sì, ma di passione totalmente romanista: quasi 67.000 spettatori, mai così tanti insieme per una partita sola, scrive il Corriere dello Sport.

Dipende ovviamente dal Feyenoord, o meglio divieto di ingresso ai tifosi olandesi che ha consentito di vendere anche gli ultimi 4.500 biglietti al pubblico di casa. José Mourinho si sofferma proprio su questo elemento per presentare la partita, che per lui può significare la dodicesima semifinale in carriera. E per il club, la quarta semifinale nelle ultime sei stagioni: «Esistono gli spettatori e gli spettatori-giocatori. Questa è una di quelle serate in cui devono esserci 67.000 giocatori. E la squadra deve entrare in campo sapendo di avere 67.000 amici a trascinarla».

Non è un appello, non è nemmeno un monito. E’ una constatazione. La Roma di Mourinho è un miracolo sociale di empatia. La speranza è che non rovini l’esordio di Lina Soukolou come amministratice delegata. «Sono sicuro al 200 per cento che lo stadio giocherà con noi – continua Mou – ho grande rispetto del Feyenoord ma ho fiducia nella Roma e nei nostri tifosi. Partiamo da 0-1 ma credo che tutti insieme possiamo ribaltre la situazione. In passato mi sono trovato anche in situazioni peggiori». Si riferisce forse ai tempi del Chelsea, quando rimontò il Psg cominciando da 1-3.

Non chiarisce se e quanto utilizzerà Dybala («Decidiamo poche ore prima dell’inizio») ma assicura di aver considerato ogni singolo dettaglio: «Non piango, a prescindere dagli interpreti. Sto solo pensando al modo di vincere questa partita per andare avanti. Da due giorni non esco da Trigoria, avverto una tranquillità strana e quasi finta. Spero che sapremo riversare in campo tutte le qualità che abbiamo. Ma se così non dovesse essere, sono comunque sicuro che avremmo dato tutto». 

Mourinho risponde con una risata sarcastica all’evidenza di 27 legni stagionali, record per una squadra dei principali cinque campionati europei: «Ma come? Sono un difensivista… C’è una contraddizione in questi numeri. Forse allora creiamo qualcosa in attacco. E’ stato così anche a Rotterdam ma purtroppo non è bastato a evitare la sconfitta. La mancanza di precisione offensiva è la ragione per cui non siamo messi meglio, né in campionato né in Europa. Ma non voglio parlare di sfortuna. Dobbiamo solo essere più bravi. Il fatto di creare tanto mi dà più sicurezza in una partita nella quale servirà segnare almeno due gol».

Contro il Salisburgo due mesi fa ha vissuto una vigilia simile: sconfitto immeritatamente per 1-0 all’andata in trasferta, con Dybala sostituito e in dubbio. Mourinho chiarisce: «Quello che è stato è stato, il ricordo del Salisburgo non c’entra nulla con questa partita. Su Paulo non posso dire niente perché occorre aspettare, valutare. Non ha 120 minuti nelle gambe e nemmeno 90, ammesso che sia nelle condizioni di giocare. Ma al di là della decisione su Dybala, conta la squadra».

Che ha scoperto alternative valide, compreso Llorente che dovrebbe essere confermato in difesa: «Avere una rosa più profonda è determinante in questo periodo. Ci restano 9 partite da giocare, ma potrebbero essere 11 o addirittura 12…». L’ipotesi migliore prevede la partecipazione della Roma alla finale di Europa League il 31 maggio. Intanto, accedere alla semifinale frutterebbe quasi 10 milioni: 2,8 milioni di premio Uefa, circa 4 milioni di potenziale incasso più la quota del market pool che viene distribuita a fine stagione a seconda dei Paesi. Una spinta in più.



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