AS ROMA NEWS UDINESE MOURINHO – Il 2 ottobre del 2009, prima di una partita contro l’Udinese, José Mourinho non usò giri di parole: “Quando ci siete voi – disse rivolto ai giornalisti – non ho motivi per ridere”. Tredici anni dopo, almeno in questo, Mou è un po’ cambiato. Perché l’allenatore che parlava ieri a Trigoria, sempre prima dell’Udinese, è un tecnico lucido, perfettamente consapevole di cosa vuole dire e, soprattutto, di come farlo.
Per questo sorride – riferisce La Gazzetta dello Sport – quando ripete due o tre volte di aver bisogno di un difensore, pur sapendo che il gm Tiago Pinto, appena 24 ore prima, aveva espresso un altro concetto. E sorride anche quando parla del fair play finanziario, del tour de force che aspetta la Roma, attesa da tre trasferte in otto giorni, e di una campionessa come Serena Williams: “Atleti così non smettono mai, è eterna”.
Il tennis gli piace, ma non ha tempo di pensare alle racchette: c’è l’Udinese e c’è, soprattutto, la speranza che dal mercato degli svincolati arrivi quel difensore centrale che tanto vorrebbe: “Pinto ha fatto una conferenza onesta e brillante, ma quando ha detto che potevamo giocare con Cristante adattato in difesa, io rispondo che non è così: chi gioca a centrocampo? Ci sono allenatori che piangono, a me piace di più scherzare. Spero, però, che mi possano aiutare”.
Già adesso? Mou non risponde, la faccia è tutta un programma, ride, il meme diventa virale. Poi però, a microfoni spenti, aggiunge: “Spero in qualcosina”. I nomi sono quelli di Zagadou (chiede tanto di ingaggio e le sue condizioni fisiche non convincono fino in fondo), di Denayer, ex Lione, e di Maksimovic, proposto settimane fa. A dispetto delle dichiarazioni ufficiali Pinto ci sta lavorando, con la speranza di piazzare a breve almeno uno tra Coric e Bianda.
La situazione economica della Roma, d’altronde, non permette altri sforzi e Mou lo sa bene. Con classe e toni pacati, torna però a ribadire il suo pensiero sul fair play finanziario: “Si tratta di un meccanismo che penalizza troppo chi lo vuole fare in modo virtuoso e, in modo indiretto, protegge chi non fa così. E tutela anche le squadre che sono già delle potenze. È tutto onesto e legale, ma così si penalizza chi vuole provare a diventare grande. Come uscirne? Non sta a me dirlo, io alleno e lo faccio con piacere, anche se non c’è tanto piacere a vivere questo tipo di condizioni. Posso dire che la società e il direttore hanno fatto un ottimo lavoro, ma con qualche milione in più potremmo davvero sognare, così è molto più difficile. Ma ci divertiremo ugualmente”.
Mourinho, quindi, non fa passi indietro e rilancia, in attesa di una partita che definisce complicata: “L’Udinese mi piace, sa giocare, è furba, sa gestire la partita come vuole e ha esperienza per condizionare anche l’arbitraggio”. La Roma, però, va a Udine per tornare subito prima della classe: l’obiettivo è rimanere in testa fino a novembre? “E perché no fino a maggio? – la replica di Mou – . Non guardo la classifica, ma le partite e i punti”. E sorride, ancora una volta.
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