Josè Mourinho

ULTIME NOTIZIE AS ROMA MILAN MOURINHO – «Con Mourinho fino all’inferno», c’è scritto fuori al centro sportivo Bernardini. Pare fatta apposta: a Trigoria, mentre il tecnico è pronto per la conferenza stampa di rito, il resto dello staff sta preparando il trasferimento per Milano, dove oggi la Roma affronterà il Milan. Il Diavolo, appunto, scrive Il Messaggero.

Si gioca, sembra un miracolo, visto il periodo in cui si contano più i contagiati che i non contagiati e le Asl tornano a decidere se e quando si possa scendere in campo. Il calcio è invaso dal virus, giocatori, allenatori, magazzinieri etc etc, ci sono decine di contagiati. La Roma lascia a casa solo Fuzato e Mayoral e visti i tempi, sembra pure una fortuna.

Mourinho recupera Pellegrini («non potrà giocare novanta minuti ma può scendere in campo dall’inizio») ed El Shaarawy, con Rui Patricio che non sta bene ma sarà regolarmente al suo posto (come portieri di riserva, Boer e Mastrantonio); Pioli deve rinunciare a Tatarusanu e a un altro giocatore (il Milan in serata ha comunicato la positività di altri tre elementi), che vuole restare anonimo. Sono pronti sia Ibrahimovic sia Giroud, i due grandi vecchi rossoneri. In dubbio Tomori e Calabria.

Ormai ogni partita è a rischio rinvio, anche se la Lega spinge per giocare, con buona pace di chi pensa che il campionato rischia di essere falsato. Non è di quest’avviso, Mourinho. «Quando la squadra ha tre o quattro giocatori infortunati importanti, non si dice mica che il risultato sia falsato. Se la squadra ha un unico portiere per giocare, e lo perde, so bene che sarebbe un’ingiustizia farla giocare senza. Ci sono delle regole, se ci sono un minimo di giocatori disponibili si deve giocare. Non penso che il campionato sia falsato».

C’è un altro tema, sempre legato alla questione Covid ed è quello che riguarda i no vax. La Roma ne ha uno, che sembra orientato a vaccinarsi nel caso in cui fosse costretto. «Le regole sono le regole, quando il governo deciderà, la decisione va rispettata. Il giocatore che fino adesso poteva non vaccinarsi, vogliamo che possa giocare. Non penso avremmo problemi». In Inghilterra – Sky Sport UK con un post che poi è stato rimosso – si fa il nome di Smalling e si dà per scontato che abbia deciso di sottoporsi al vaccino. Si capisce allora quel «non ci saranno problemi» sussurrato da Mourinho. Staremo a vedere.

Il problema oggi è il Milan. Che dirà quanto sia cresciuta la Roma. Vedremo a San Siro la squadra che ha strapazzato l’Atalanta il 18 dicembre o quella timida e confusa vista con la Sampdoria il 22? Mou non deve fare i conti con la solita emergenza e in più è in attesa di Maitland-Niles, fresco rinforzo per la fascia e non solo. Per ora si accontenta dell’inglese, sperando in qualcos’altro durante questa finestra di mercato (magari un Kamara o, come appare probabile, Sergio Oliveira del Porto, in prestito).

«Maitland è cresciuto vicino a me, nell’Arsenal mentre io allenavo il Tottenham e il Chelsea. Il profilo del nostro mercato è conosciuto e non sarà simile a quello di Atalanta e Fiorentina che spendono quindici-venti milioni. Dobbiamo prendere un paio di giocatori in prestito per migliorare la rosa. Questo è un regalo che già ci fa respirare meglio e poi vediamo cosa succederà in seguito».

Sorride, lo Special, è ottimista. Si gode la sfida con il suo nemico Milan, visti i vincenti trascorsi interisti. Ma anche qui a Roma, Mou, sta marcando il territorio, pure qui vuole fare la storia. «Non sento che ci sia una Roma prima e una Roma dopo di me, la vera storia è fatta di trofei. Si può fare un grande lavoro senza vincere. E io sento che sto facendo un grande lavoro qui. Siamo professionisti e qualche volta dire che non puoi allenare un altro club è un rischio, però ci sono dei club a cui puoi dire di no, non per mancanza di rispetto per loro ma per il tipo di storia tra il club che hai allenato prima e quello che allenerai. Dopo il 2010 il primo club che ha parlato con e non è stata la Roma. La Roma si poteva accettare, l’altro no. Non potrei mai allenare la Lazio e sicuramente loro pensano lo stesso. Non ho mai avuto problemi con il Milan, magari qualche battutina. Dopo il 2010 il primo club che ha parlato con e non è stata la Roma. La Roma si poteva accettare, l’altro no». Si tratta della Juve, l’altra nemica italiana di Mou.

Nel Milan, il tecnico portoghese, un amico ce l’ha: Zlatan Ibrahimovic. E guai a paragonarlo a un campioncino in divenire come Abraham. «Non mi piace paragonare i giocatori che hanno una storia incredibile come Ibra ad uno che la sta costruendo come Tammy. In Portogallo ogni giocatore che faceva due gol diventa il nuovo Eusebio ma nel 2022 di Eusebio ce n’è ancora solo uno. Tammy, lasciamolo tranquillo». Come dovrà stare tranquillo Zaniolo, in attesa del rinnovo del contratto. Ieri incontro – visita di cortesia, anche per gli auguri di buon anno – tra Pinto e Vigorelli, manager di Nicolò (si è parlato soprattutto di Santon). Ci sono tutti i presupposti per l’adeguamento, ma se ne riparlerà a fine mercato.



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