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Rassegna stampa

Mourinho, il futuro è in sala d’attesa: con lo Spezia partita da remoto

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AS ROMA NEWS MOURINHO FRIEDKIN – Le carte sono sul tavolo. Stavolta tutte scoperte. Almeno da parte di José Mourinho: «È arrivato il momento di parlare con la proprietà». Il messaggio riecheggia forte dalle parti di Trigoria da mercoledì sera, quando l’allenatore portoghese ha pubblicamente richiesto un incontro con i Friedkin, scrive La Repubblica.

Ancora non c’è stato. Ma ci sarà, ci dovrà essere. Nei tempi previsti dalla proprietà, in una sala d’aspetto che dura da mesi. Da oggi ogni giorno è buono per il tavolo di confronto. Serve programmare il futuro della Roma, partendo dalla volontà chiara dello Special One: «Io rimango qua, ma…».

Promessa ribadita in conferenza stampa e ai suoi giocatori, nel discorso a bordo campo prima della premiazione. Ma. Appunto. Perché ci sono tante condizioni da dover discutere. Tecniche. Con la costruzione di una rosa più competitiva. Assecondando i paletti del Fair Play finanziario, ben conosciuti da Mou. Ma andando oltre i recinti dei parametri zero. Perché il portoghese non vuole più «mercatini da 7 milioni di euro». E comunicative. In una precisa strategia di squadra che coinvolga – e convinca – tutte le figure in società. Mourinho si è detto stanco di essere ombrello e ariete della sua Roma. Accentratore di attacchi e allo stesso tempo unico difensore. Vorrebbe una società più coraggiosa e maggiormente partecipe delle sue battaglie.

Una distanza palesata anche per la questione Taylor. Da un lato il Mourinho battagliero in conferenza stampa e nel garage della Puskas Arena. Solitario contestatore del torto subito, tra insulti e rabbia verbale che gli costerà almeno due giornate di squalifica dalla Uefa. Dall’altro la società, pacata nella comunicazione di disappunto per l’arbitraggio. Capace di pubblicare una nota a distanza di quasi un giorno dalla finale.

Seguendo i suoi canoni comunicativi, in un “wording” istituzionale che poco ha a che fare con lo spirito bellicoso del suo allenatore. Ma allo stesso tempo silente nel condannare i fatti avvenuti all’aeroporto di Budapest,dove sono stati individuati due tifosi responsabili (uno dei quali sarà trattenuto in Ungheria fino a lunedì). Una distanza concettuale che andrà colmata con urgenza per continuare insieme. Senza un’unità di intenti politica e comunicativa non c’è programmazione tecnica. Perché è questo l’architrave su cui poggerà l’incontro tra le parti. Per dirsi davvero come si vede il calcio a Houston e Setubal.

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A corollario di tutto ci sarebbe anche l’ultima giornata di campionato. Una partita dai toni dimessi di chi è uscito sconfitto da una finale europea. E non vorrebbe sentir parlare di calcio per giorni. Ma domani Roma-Spezia vale tanto. Sportivamente, con la partecipazione alla prossima Europa League. Ma soprattutto moralmente, nei confronti dei sessantamila che riempiranno l’Olimpico per l’ennesima volta. Per tributare l’ultimo saluto stagionale ai ragazzi di Mou.

L’uomo al centro dei pensieri di un’intera tifoseria che, da squalificato, non sarà in panchina. Il suo ultimo giorno a Roma, prima delle vacanze, lo vivrà in un anfratto dell’Olimpico, a seguire i suoi calciatori da remoto. In attesa di capire cosa ne sarà del suo futuro.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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