AS ROMA NEWS CENTROCAMPO – La classifica è così corta che non è proprio il caso di fasciarsi la testa. Anche se in 7 gare, 2 sconfitte (3 in 9, comprese le coppe) non sono poche e soprattutto 8 reti sembrano il minimo sindacale per una squadra che può annoverare in rosa Abraham, Belotti, Dybala e Zaniolo, scrive Il Messaggero.
Eppure il problema, al di là di un gruppo che sa produrre e per ora capitalizza molto poco (i giallorossi guidano la top five europea tra expected gol e reti effettivamente segnate, con il coefficiente di 9,52!), appare un altro. Mourinho, in uno slancio di sincerità, lo ha evidenziato nel post-Ludogorets, parlando apertamente di “un centrocampo compassato” e di due calciatori, “Cristante e Matic troppo simili tra di loro e non dotati di alta intensità”. Inutile dire come il peccato originale risalga all’infortunio di Wijnaldum. La Roma aveva costruito un mercato sugli arrivi di Dybala e dell’olandese. La Joya ha già lasciato il segno, per Gini bisognerà aspettare il 2023.
La fotografia di quello che intendeva José c’è stata proprio contro l’Atalanta. Pur producendo tanto, la tendenza della coppia Matic-Cristante ad abbassarsi, è stata fatale nel gol di Scalvini. Uno spazio eccessivo concesso dai due centrocampisti sull’imbucata di Højlund che ha permesso all’under 21 di stoppare il pallone fuori l’area di rigore, metterlo sul destro e trovare la parabola giusta per superare Rui Patricio. Movimenti simili per calciatori che presi singolarmente fanno il loro e che Mou considera a dir poco utili.
Il serbo, ad esempio, è un metronomo che difficilmente sbaglia un colpo (84,5 la percentuale di passaggi completati), utile come schermo davanti alla difesa e proprio José lo ha convinto a trasferirsi in Italia. Bryan, invece, in estate aveva ricevuto tre proposte (Milan, Siviglia e Juventus) ma sotto la spinta del tecnico a breve rinnoverà sino al 2027 con un ingaggio di 2,7 milioni che grazie ai bonus taglierà il traguardo dei 3. E per José, sta completando una metamorfosi che ora lo vede primeggiare nella top 10 dei duelli vinti in serie A (44) e in quella dei tackle (25) ma scivolare addirittura alla 198ª posizione nella graduatoria dei passaggi chiave (2) quando pari ruolo come Tonali (13), Barella (14) e Bennacer (20), regalano ben altri numeri.
Problema non individuale o di qualità che Cristante sa dispensare, ma di ruolo. Perché Matic, un altro che a calcio sa giocare, è addirittura 240° (1). Si potrebbe obiettare che la Roma per regalare il cambio di passo ha comunque Zaniolo, primo per 7.99 i dribbling tentati ogni 90 minuti, e che quindi ai due è chiesto un altro lavoro. Vero, in parte. Il Milan, ad esempio, gioca con Leao e De Ketelaere, eppure ha due mediani propositivi e dinamici.
Soluzioni? Considerando il minutaggio di Camara e Bove, una su tutte: l’arretramento di Pellegrini che Mou, suo malgrado, è riuscito ad adottare soltanto nelle prime due giornate. Prima il ko di Zaniolo, ora il forfait di Dybala, a dimostrazione che quando José chiedeva qualcosa in più, in un mercato comunque buono, non sbagliava. Le 12 gare che mancano prima della sosta per il mondiale sono troppe per riconsolarsi con il ritorno di Wijnaldum a gennaio.
Anche perché entro novembre sarà già chiaro il destino in Europa League e che tipo di campionato attende la Roma. Si torna così all’idea originaria: Cristante in coppia con Pellegrini che nonostante non stia vivendo un momento brillante, per questa squadra è indispensabile. Pur come trequartista in 5 gare su 7 in campionato, primeggia con Bryan nei duelli vinti (44), è quello che corre di più in rosa appena dietro l’ex atalantino, ed è secondo in serie A secondo il sito statistico Kickest, nella classifica dei passaggi chiave (21), davanti anche a Dybala. Ora gli verrà chiesto di nuovo di abbassarsi. Soluzione tampone, aspettando Wijnaldum, ma fondamentale per una stagione ancora da vivere.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA