AS ROMA NEWS INTER MOURINHO – Milano indigesta. Tre visite a San Siro e tre ko. Ma non solo. Tre incroci con Simone Inzaghi e altrettante sconfitte con otto gol subiti e appena uno segnato. Troppo per uno come Mourinho. In carriera, perdere tre gare di fila (senza averne vinta nemmeno una) contro un collega, non gli era mai accaduto, scrive Il Messaggero.
Si era fermato a due ko consecutivi con Vicente del Bosque (Real Madrid, fase a gironi 2001-02), Heynckes (Real Madrid, semifinali Champions 2011-12), Yakin (Basilea, fase a gironi Champions 2013-14), Nagelsmann (Lipsia, ottavi Europa League 2019-10) e Pioli (attuale campionato). Prima di ieri, quindi, nessuno era riuscito a calare un tris contro lo Special.
Riceverlo a Milano, contro l’Inter, nel teatro che lo ha visto protagonista con il Triplete gli ha rovinato il week-end. Anche perché questa sconfitta fa calare il sipario in modo definitivo sulle residue speranze di Champions. Per quest’anno, l’obiettivo (da difendere) rimane il quinto posto. Proprio José più volte ha ricordato che «arrivare quinti o ottavi fa tutta la differenza del mondo». Ha ragione. Nella preparazione ma non solo. Perché non c’entrare nemmeno l’Europa League (anche se rimane la scorciatoia della Conference), regalerebbe anche meno velleità sul mercato.
Mou mastica amaro ma non drammatizza: «Per vincere contro questa Inter devi essere perfetto. E noi siamo stati bravi ma non perfetti. Comunque se proprio dovevamo perdere una partita dopo 12 gare e 3 mesi da imbattuti, preferisco farlo contro chi è più forte di noi. Sono degli animali, in senso buono…». Unica carezza, in un pomeriggio da dimenticare, il coro che il pubblico interista gli ha tributato al 32′ della ripresa. Un brivido. Per un paio di secondi è sembrato non sapere cosa fare.
Alla fine ha ceduto all’emozione, mordendosi il labbro e alzando la mano in segno di ringraziamento: «Ora posso dirlo. Non giocando più con Inter, Milan, Juve e Napoli mi piacerebbe se i nerazzurri vincessero lo scudetto. Prima della gara chiaramente volevo i tre punti e cercare di dimenticare dove stavo giocando. Amo l’Inter, loro amano me. Ma ora amo Roma e il mio lavoro. Siamo pagati per vincere. Iniziamo a pensare al Leicester».
Analizza il match e il gap dalla capolista: «Per colmarlo manca tempo, lavoro, crescita dei giocatori. Zalewski ad esempio ha tanta qualità ma è un bambino che fa degli errori (si riferisce al primo gol, ndr). Ci sono squadre come l’Inter che pagano per avere Gosens in panchina. Penso che la Roma sia più squadra rispetto a 3 mesi fa. Lo ripeto, non sono dispiaciuto con i miei. Se oggi non avessimo affrontato l’Inter ma un’altra squadra avremmo vinto». Pillola finale sull’arbitraggio di Sozza: «È un giovane ragazzo che ha fatto bene. Ci fosse stato lui a Napoli, anziché Di Bello, avremmo vinto».
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA