Rassegna stampa
Mourinho, la carica raddoppia: l’ira di Josè si trasferisce sul campo
AS ROMA NEWS MOURINHO – Il silenzio non aiuta. Perché il malumore di Mourinho cova senza sfoghi dialettici. Dopo Serra, Fabbri. Dopo Fabbri, le motivazioni per la mancata revoca di almeno una delle due giornate di squalifica, scrive Il Messaggero. È un gatto che si morde la coda: non se ne esce. In una settimana che deve rappresentare il crocevia positivo in stagione (giovedì ci si gioca il pass ai quarti in Europa League, domenica il derby per un posto al sole in Champions) magari sarebbe più utile analizzare il motivo per il quale la Roma prende 4 gol in casa dal Sassuolo dopo la convincenti prestazioni contro Salisburgo e Juventus.
E invece, come nel gioco dell’oca, si torna sempre al punto di partenza, a quello che José reputa il peccato originale. Le manette evocate come 13 anni fa, la panolada accennata all’Olimpico prima del match contro gli emiliani, alimentano un clima di tutti con José ma anche di tutti contro la Roma. Certamente il terreno dove lo Special si trova più a suo agio ma che spesso, costringe la squadra a rincorrere il suo lider maximo. E se magari il portoghese si è circondato di uno staff a sua immagine e somiglianza (tra questi il vice Foti che domenica uscendo dall’Olimpico si è lasciato sfuggire: «Non potevo farmi cacciare») non tutta la rosa possiede l’animus pugnandi del portoghese. Il rischio è che per provare ad accontentarlo, qualcuno degli interpreti possa andare in tilt. Il riferimento a Kumbulla, benché provocato da Berardi, è puramente voluto.
Ieri le motivazioni pubblicate della Corte Federale (che precisa di fare riferimento soltanto al referto arbitrale), hanno aggiunto poco a quanto già si sapeva: «…A fronte della semplice negazione da parte del sig. Serra delle accuse a lui rivolte, il sig.Mourinho indugiava in espressioni offensive («Sei un bugiardo», «Non sei un uomo») ovvero gravemente allusive sulla presunta parzialità del suddetto ufficiale di gara («Mi hai fatto buttare fuori perché sei di Torino e domenica c’è Roma Juventus»).
Ora serve ricompattarsi. Ed è quello che già domenica sera la squadra ha provato a fare. Al fischio finale è andato in scena un confronto di mezz’ora, al quale hanno partecipato anche gli infortunati Pellegrini e Belotti più lo squalificato Cristante, presenti allo stadio. Non Mourinho che ha provato ad entrare nello spogliatoio ma al quale è stato ricordato come non fosse possibile, vista la squalifica. Un segnale comunque di compattezza. Della serie: si è famiglia sempre, sia quando le cose vanno bene, sia quando non funzionano e magari c’è da dirsi qualcosa con toni più accesi. Tra l’altro, quello che doveva dire alla squadra, José lo ha fatto ieri, a Trigoria. Discorso breve, della serie: tutti compatti, ci giochiamo la stagione.
L’indicazione di José è chiara: resettare e pensare alle prossime due partite. A differenza di Sarri che ha già deciso come il derby debba avere la precedenza sul ritorno con l’Az Alkmaar, Mou penserà ad una partita alla volta. E in tal senso chiederà uno sforzo ai suoi fedelissimi. Con il recupero di Pellegrini e quello di Belotti in vista del derby, le rotazioni saranno ridotte al minimo sia prima che dopo in campo. Con Real Sociedad e Lazio si giocherà in 14-15, sommando agli undici titolari Wijnaldum, El Shaarawy, Il Gallo e Karsdorp o Zalewki a seconda delle scelte iniziali. Il tempo dei bambini è finito. Ora, spazio agli uomini.
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