ULTIME NOTIZIE AS ROMA MILAN MOURINHO – La decisione, ormai, è definitiva. Anzi, se possibile, Mourinho l’ha resa ancora più drastica. Reynolds, Diawara, Villar e Borja Mayoral restano fuori anche per la partita contro il Milan. La Roma, ormai, è fatta, scrive il Corriere della Sera.
«I convocati non cambiano», ha detto lo Special One nella conferenza stampa pre-partita. Gli «epurati» non hanno più posto. Mayoral ancor meno degli altri, visto che Felix Afena-Gyan è stato aggregato alla prima squadra almeno fino a tutto dicembre. Mourinho lo ha comunicato ad Alberto De Rossi: il giovane ghanese non sarà più a disposizione della Primavera.
Il mercato di gennaio deciderà anche il suo destino: può restare come terzo centravanti (ma anche Shomurodov deve stare attento alle gerarchie) oppure andare in prestito per accelerare ancora la sua crescita.
A domande precisa, risposta drastica: «I convocati sono gli stessi di Cagliari, ad eccezione di Volpato che ha giocato 90’ minuti con la Primavera. I risultati della giovanile non sono la cosa più importante per noi, ma di certo non mi piace distruggere la squadra a De Rossi e prendergli tre o quattro giocatori ogni volta. Per questo non sono convocati Volpato e Missori che sono andati in campo contro l’Atalanta (sabato pomeriggio, con bella vittoria per 3-0 in trasferta; ndr)».
Per la sfida al Milan capolista, Mou ha ripetuto i soliti concetti che, in estrema sintesi, possono essere riassunti così: la Roma sta costruendo, il Milan ha costruito. «A me piace giocare contro i migliori e penso di trasmettere bene questo sentimento ai miei giocatori. Il Milan è più in alto in classifica e ha obiettivi diversi: non ci sono problemi, ma solo motivazioni. Il lavoro di Pioli può avere qualcosa di simile a quello che io devo fare qui. Lui ha tanti meriti, ma stiamo parlando del lavoro di una società. Dietro di lui ci sono dirigenti come Paolo Maldini, c’è una struttura buona e stabile, una rosa che impara una sessione di mercato dopo l’altra. La squadra che Pioli ha trovato è diversa da quella di adesso, c’è stata un’evoluzione: giocano in Champions e sono primi in campionato».
La Roma – battuta dalla Lazio e dalla Juve, fermata sul pareggio dal Napoli – non ha ancora vinto un big match, ma Mourinho respinge l’accusa: «Vincere serve sempre, non solo contro il Milan ma anche contro Cagliari o Venezia. Contro il Napoli si è vista una Roma che fino all’ultimo minuto sembrava si stesse giocando la vita. Segnare più gol? Contro la Juventus l’avevamo fatto… Può anche darsi che contro il Milan non vinceremo, ma nessuno ci proibisce di entrare in campo con la voglia di farlo. E questo sentimento è qualcosa che porta la gente allo stadio. I tifosi della Roma sono venuti a vederci anche dopo la sconfitta contro il Verona e contro la Lazio dopo la vergogna di Bodø. La gente viene all’Olimpico per la passione che ha nel sangue, per una questione genetica che non si discute mai, ma anche per l’atteggiamento che vedono nella squadra. E noi questo non lo cambiamo mai».
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