Josè Mourinho

AS ROMA NEWS REAL SOCIEDAD MOURINHO – Da quando la Roma ha messo piede sul suolo spagnolo è stata accompagnata da una serie di frasi chiave, che rappresentano una sorta di benvenuto da parte della Real Sociedad, scrive La Gazzetta dello Sport. Ecco le tre più ascoltate: «Sì, si può», «Facciamo la storia», «La rimonta non è un sogno». L’allenatore Alguacil, addirittura, per approdare ai quarti di Europa League parla di creare «la tempesta perfetta, con onde alte trenta metri».

Se a questo si aggiunge lo stadio pieno e una coreografia speciale per la partita numero 100 della squadra di casa nelle coppe continentali, si capisce come anche l’avere a fischiare Kovacs, l’arbitro della lieta finale di Conference League contro il Feyenoord, sembrerebbe poco per i giallorossi. Ma a mettere a tacere tutte le paure c’è lui, José Mourinho.

«A noi l’Olimpico ci dà sempre la tempesta perfetta – dice lo Special One – anche se alcune volte perdiamo. Lo stadio è una cosa molto bella, però alla fine è il campo che parla. L’ultima volta che ho visto uno stadio segnare una rete è stato nel 2005 in semifinale con il Liverpool: la palla non era entrata, ma lo stadio ha fatto gol (guidava il Chelsea, ndr ). Lo stadio aiuta, ma non gioca. Anzi, siamo felici di trovare una tempesta, la Roma giocherà meglio: l’ambiente caldo piace anche a noi».

Il derby di domenica appare lontano. «La prossima partita è sempre la più importante. Da venerdì sarà quella con la Lazio». Nonostante i limiti, Mou si fida della Roma. «Siamo una squadra di gente seria che fa il suo lavoro al massimo, anche se qualche volta non trova risultati. Facciamo un po’ di faticare a giocare tante partite, ed è una cosa normale. Ci sono squadre che hanno 24-25 giocatori tutti sullo stesso livello e non è un problema. Per noi è diverso. Se arriva un infortunio, una squalifica o la stanchezza non è facile, ma io sono sempre con loro e loro con me». Chissà se un giorno lo sarà di nuovo con l’arbitro Serra (sentito ieri in Procura, la tesi difensiva punta sul parere di una logopedista), a cui comunque ha scelto di non rispondere.

Lo certifica anche capitan Pellegrini, che giocherà col caschetto («Mi danno un po’ fastidio i punti») e che avvisa: «Sarà una battaglia, ma non siamo spaventati. Mi fido ciecamente della squadra». Su di sé, poi, dice sincero: «La stagione negativa è stata anche colpa mia. Non mi piace nascondermi dietro l’alibi di non essere al 100%. Non sono soddisfatto, volevo arrivare a questo punto con numeri diversi, però sono contento per il mio impegno. Ho sempre messo la squadra davanti a tutto. Sono orgoglioso del gruppo e di essere il loro capitano. Spero nel finale di stagione di rifarmi di ciò che ho perso per strada». Magari a cominciare da stasera.



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