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Rassegna stampa

Mourinho, l’ora della rivincita. Dal Bodo al Bodo, la Roma è cambiata e ha una missione: alzare la Coppa

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AS ROMA NEWS BODO/GLIMT MOURINHO – Se nello sport la parola vendetta non dovrebbe trovare cittadinanza, questa è almeno la storia di una rivincita. Una rivincita che sembra riguardare solo in modo secondario la Roma, ma trova in prima linea il suo «front man», José Mourinho, motore parlante di tutto ciò che riguarda l’universo giallorosso, scrive La Gazzetta dello Sport.

Contro il Bodo, infatti, il 6-1 maturato il 21 ottobre ha rappresentato «l’esperienza più brutta della mia carriera», dice subito. Perciò è stato quello il momento in cui ha deciso che occorreva una frattura per far nascere una nuova creatura. La missione fino a questo momento può dirsi compiuta, ma solo l’esito dei quarti di Conference League sanciranno fino a che punto, visto che tutti – a cominciare dai bookmaker – danno la Roma nettamente favorita per il passaggio del turno e anche per la vittoria finale, nonostante sul cammino troverà innanzitutto la vincente del match fra Leicester e PSV Eindhoven.

Dalla sconfitta autunnale – poi seguita da un complicato pari casalingo per 2-2 – lo Special One ha cambiato molto. Innanzitutto il sistema di gioco. Niente più 4-2-3-1, ma spazio al 3-4-2-1, che ha consentito di far lievitare il rendimento della difesa, arrivata a 17 partite stagionali senza gol al passivo. Poi della formazione titolare di quella partita della fase a gironi sono cambiati nove undicesimi, senza contare che proprio quella disfatta consentì allo Special One di cominciare quella epurazione che ha portato agli addii di Reynolds, Calafiori, Villar e Mayoral, e agli accantonamenti di Diawara e Darboe.

Altri tempi, basti pensare che Zaniolo, in meno di sei mesi, si è scoperto certo utile, ma non più al centro del progetto tattico. Ma tutto questo non conta più nulla. Vale solo l’oggi e un trofeo da inseguire. Quello che a Mourinho manca ormai da quasi cinque anni. Il tempo, d’altronde, cambia tutti. Anche il Bodo, che ha perso 4 giocatori, fra cui due dei suoi «top player» Berg e Botheim, ed è unanime parere in Norvegia che la squadra si sia indebolita, senza contare che – causa inverno – la stagione a quelle latitudini è appena cominciata.

Il fatto che nel ranking Uefa la squadra sia appena 114° e abbia una rosa del valore complessivo di una quindicina di milioni e che Solbakken, altro talento, in estate andrà via di sicuro (e piace alla stessa Roma) ora vale solo per la cronaca. Meglio pensare al fatto che, nel ranking stagionale le due squadre sono molto più vicine (30° e 33° posto).

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«Sarà una partita diversa e spero di far meglio dell’ultima volta – dice Mou – Il campo sintetico è un problema, anche se saremo differenti sia come singoli che come motivazioni. Credo che andremo molto meglio. A me interessa solo vincere e penso che possiamo farcela». Per capire quanto ci tenga, non lesina una frecciata ai norvegesi.

«Il Bodo ha tanti buoni giocatori e alcuni sono anche bravi a parlare, ma siamo qui per loro. E la prossima settimana li aspettiamo a Roma». E a chi gli chiede spiegazioni, replica: «Per uno il sorteggio con la Roma è stato positivo. Arrogante? Magari è solo sicuro di sé». Quella sicurezza che nel portoghese vacilla quando parla del campo sintetico. «Dico le stesse cose che ho detto in passato: il calcio si gioca sull’erba, altrimenti è uno sport differente. Il freddo sarà difficile da affrontare, ma è sul campo che mi lamento, e lo faccio anche quando l’Olimpico è in cattive condizioni. Ma non ci sono scuse, noi vogliamo qualificarci, anche se rispettiamo il Bodo, che ha giocato bene anche sul campo in erba. In quel caso però sono stati fortunati, perché c’erano due rigori per noi…».

Impressioni? Il graffio finale sembra essere il manifesto programmatico della partita di stasera. Il tempo degli errori è passato. La nuova Roma di Mourinho chiede strada, e il Bodo sembra troppo piccolo per opporsi alla rivincita.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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