AS ROMA NEWS MOURINHO SPECIAL ONE – Ti può piacere o no. Puoi pensare di lui tutto ciò che vuoi, detestarlo per quel modo di fare altezzoso, spesso sopra le righe, o non amare il suo modo di stare al mondo e fare calcio. Il bel gioco è un’altra cosa, almeno in questa fase della sua carriera: anche perché forse mai come ora si è ritrovato a dover fare di necessità virtù, scrive Il Tempo.
Ma detto questo non si può negare che Mourinho sa come ci si muove in questo sport, sa cosa è il calcio e come funziona. Sa quali tasti premere, come far accendere le squadre e come riuscire a tirar fuori il meglio da ognuno. Vero, probabilmente le sue squadre non esprimono quel calcio moderno bello da vedere, fatto di velocità e attacchi a testa bassa. Però nessuno come lui riesce a trasformare un gruppo di giocatori (anche non top player) in una squadra vera.
E non è euforia post Leverkusen, ma la cronaca della sua storia sportiva: e forse lo chiamano Special One anche per questo. La semifinale di ritorno col Bayer ha ricordato un calcio antico, fatto di non gioco, cuore e difesa? Vero, ma lui l’ha giocata e portata a casa conquistando una finale meritatissima, gli altri hanno criticato da casa… è così, piaccia o no. Ha vinto lui a prescindere dal verdetto ungherese, buttando giù dal trespolo i gufi.
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