AS ROMA NEWS REAL SOCIEDAD EUROPA LEAGUE – Quindi la rosa della Roma non è così povera come diceva José Mourinho. Con quattro titolari diversi rispetto alla sfida con la Juve e con i gol di due riserve, i giallorossi schiantano la Real Sociedad, quarta nella Liga, controllando a piacimento la gara e ipotecando i quarti di Europa League, scrive La Gazzetta dello Sport.
La Roma è stata brava a segnare all’inizio e alla fine e soprattutto a gestire bene lo sterile palleggio degli spagnoli, che hanno costruito solo due azioni pericolose. Sarebbe stato un peccato chiudere l’andata con un vantaggio minimo, anche perché in terra basca l’atteggiamento della Real Sociedad sarà probabilmente diverso e più aggressivo. Ma il piano tattico di contenimento e ripartenza sarà quello preferito da Mourinho, che ieri ha vinto con due reti-manifesto della sua esperienza romana: una ripartenza di qualità e un colpo di testa su angolo. Ed è arrivato il nono clean sheet del 2023.
Il trionfo della praticità (quattro tiri nello specchio, due gol e un incrocio dei pali), ma anche dell’organizzazione: la Roma ha lasciato il pallone agli avversari senza mai farsi attaccare. Merito di una difesa sempre attenta e di un’ottima coppia centrale di centrocampo: in particolare Matic si è confermato giocatore di livello superiore. La Real Sociedad modifica il suo classico 4-4-2 con un rombo a centrocampo in cui si stacca in modo più evidente Zubimendi davanti alla difesa che David Silva dietro alle punte.
Mourinho fa in pratica debuttare Llorente, che fino a ieri aveva indossato la maglia giallorossa per pochi secondi, al posto di Ibanez e, rispetto alla gara con la Juve, inserisce Karsdorp, El Shaarawy e Abraham escludendo Zalewski, Spinazzola e Wijnaldum. Scelta felice perché al 13’ proprio loro tre costruiscono il vantaggio insieme a Dybala. Karsdorp ruba un pallone e lancia la Joya sulla destra: filtrante per Abraham che si beve Zubeldia con una bella finta e crossa sul secondo palo dove El Shaarawy segna in acrobazia.
La presenza di El Shaarawy amplia il ventaglio di soluzioni perché, grazie al passato da attaccante, Stephan conosce i tempi dell’inserimento in area meglio degli altri esterni. Nel progetto di Mourinho, comunque, Karsdorp resta più bloccato mentre a sinistra El Shaarawy ha più margine per affondare. Senza palla e all’occorrenza, la Roma non ha problemi a trasformare il 3-4-2-1 in un 5-3-2 che concede poco.
La Real Sociedad palleggia discretamente, ma a ritmi bassi che non infastidiscono Cristante e Matic, quasi sempre posizionati al posto giusto per interrompere la trama spagnola. Ad alzare la frequenza ci pensano solo David Silva, con la velocità di pensiero, e Kubo, con la velocità di gambe. Al 21’ il giapponese entra in area dalla destra e colpisce il palo da posizione defilata. È l’unica grande occasione del primo tempo della Real Sociedad, che rischia molto invece quando il portiere Remiro, per due volte, si incarta sulla costruzione dal basso e manca poco che regali un gol ai giallorossi.
Nella ripresa il copione non cambia e gli spagnoli non trovano la chiave per colpire. Nel girone di Europa League la Roma aveva sofferto il Betis, perdendo in casa e arrivando seconda in classifica, perché la squadra di Siviglia attaccava la porta con molti giocatori rendendo efficace l’ipnotico palleggio. La Real Sociedad, invece, tiene i terzini quasi sempre bloccati, e porta pochi elementi davanti alla palla, così le soluzioni sono prevedibili e i giallorossi vanno spesso in anticipo.
L’unica parata di Rui Patricio arriva su un tiro da fuori di Rico, ma l’occasione più grande nasce da un suggerimento di Zubimendi che premia l’inserimento di Merino: è l’unica volta in cui la difesa giallorossa si fa trovare impreparata, ma la semplice volée del centrocampista finisce fuori da pochi passi. Anche la Roma fa poco in avanti, ma quel poco vale tanto: incrocio dei pali di Belotti dopo una bella progressione e poi, al 42’, il colpo di testa vincente di Kumbulla (subentrato a Llorente) su perfetto corner di Dybala.
Il 2-0 è un’ottima notizia per Mourinho, ma non l’unica. Belotti, ad esempio, è entrato molto bene conquistando numerosi falli e lottando contro tutti. Karsdorp, protagonista anche nel secondo gol perché il corner nasce da una sua discesa, è pienamente recuperato alla causa. Wijnaldum ha messo altri minuti nelle gambe. La Roma ha un’identità tattica ben definita e un organico che consente un ambizioso finale di stagione.
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