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Rassegna stampa

Mourinho, progetti per il futuro: “Posso restare più di due anni”

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AS ROMA NEWS MOURINHO – Se fosse un libro, stavolta avrebbe come titolo quello celeberrimo di Bruce Chatwin: «Che ci faccio qui?». Che ci fa José Mourinho, a una manciata di giorni di distanza da due partite che segneranno il destino della sua stagione, davanti a un plotone di giornalisti rilasciando interviste a raffica, subito dopo aver condotto un allenamento che lui stesso definisce «fake»? «Non sono contento di perdere un giorno di lavoro», dice con faccia contrita, scrive La Gazzetta dello Sport.

Ma il “media day” organizzato dalla Uefa, d’altronde, sembra solo confermare lo spirito dell’ambiente giallorosso, che ha la testa solo alla finale di mercoledì contro il Feyenoord. L’occasione giusta per tornare a vincere un titolo dopo 14 anni. Il merito? Per tutti, solo e e soltanto delle Special One. Un amore così grande rende troppo vicino persino la scadenza del contratto, fissata al 2024.

E se per lui ci fosse un progetto alla Ferguson? Il portoghese sorride: «Dovrei rimanere fino a 79 anni. Troppo». E allora recita la frase che leggete sopra, aggiungendo: «Sto bene qui e non sto pensando di partire prima della scadenza. Poi vedremo che direzione prenderà, a volte i progetti si avvicinano alle aspettative o si allontanano. Nel calcio conta l’oggi o al massimo il domani. Voglio restare qui anche la prossima stagione: è il modo più obiettivo che trovo per rispondere».

Una risposta però, in compagnia di Carlo Ancelotti, l’ha data anche a coloro che credevano fossero ormai allenatori superati. Risultato: sono arrivati entrambi (ancora una volta) in una finale europea. «Quando si ha una storia di trionfi regolari si fanno questi ragionamenti – replica José – ma non mi sono mai preoccupato di questo. La qualità non ha nulla a che vedere con l’età. È come per i giocatori: ce ne sono di bravi a 20 anni e a 40 anni. Guardate il gol fatto da Quagliarella nell’ultimo turno. Mi piacerebbe che uno dei miei ventenni lo potesse fare. Se avessi avuto Fabio, magari un gol al Venezia l’avrebbe segnato. Con gli allenatori è così: sei finito solo quando manca la passione. Se la passione e la qualità ci sono, siamo noi a decidere quando dire basta. E chi è in attesa dovrà aspettare ancora, perché non avverrà presto».

Eppure i crucci non gli mancano. Al di là delle emergenze fisiche (vedi sotto), l’aspetto più difficile è far capire ai suoi che la sfida col Torino è molto importante. «Rischiamo di restare fuori dall’Europa nella prossima stagione – ricorda – ma sento che è più difficile far concentrare la gente prima della finale. Ho fatto anche degli esempi ai ragazzi. Con l’Inter prima di vincere la Champions ci giocavamo lo scudetto nell’ultima di campionato. Al Porto mi è successo la stessa cosa. Si pensava solo alla partita decisiva per il campionato, non a quella dopo. Qui c’è un’euforia generale che si sente e che non aiuta. La gente non pensa al Torino. Per me è un problema, lo ammetto. Se fosse per me punterei tutto sulla prossima partita, ma devo convincere tutti gli altri: i giocatori, il mio staff, i medici. Quello che mi dà un po’ di frustrazione è che meritavamo di essere già quinti, e con tanti punti di vantaggio. Tra arbitri, Var, errori nostri, errori anche miei, la sfortuna che abbiamo avuto. Dovevamo essere al quinto posto, ma non ci siamo. E quindi col Torino c’è da giocare una gara in modo serio».

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Tutto questo, senza affatto pensare al fatto se la Lazio finirà davanti alla Roma. Anzi, sposa le parole di Sarri: «È una mentalità provinciale guardare a chi arriva prima perché Roma merita due squadre di livello». Mou infatti aggiunge: «Sono d’accordo. È troppo poco dire: “Siamo finiti davanti”. Lo affermavo anche quando abbiamo perso il derby e quando lo abbiamo vinto».

Il resto sono coriandoli di parole per una Conference che, ne è sicuro, crescerà proprio grazie all’attenzione che vi hanno dedicato squadre come Roma e Feyenoord, e soprattutto per un tifo albanese che sarà tutto per i giallorossi. «Deve essere più vicino a noi per riequilibrare il fatto che il Feyenoord avrà più tempo per prepararsi». Appello raccolto. Tirana aspetta solo Mou.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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